“La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!»”.
Sembra che anche i discepoli siano in quarantena nel Vangelo di oggi. E ci rasserena sapere che il “distanziamento sociale” provocato dalla paura, non è un impedimento a Gesù. La Misericordia è sapere che non esiste una miseria dove Egli non abbia potere di mandare Suo Figlio a pronunciare l’esorcismo più potente di tutto il Vangelo: “Pace a voi”.
Finché la pace vorremo darcela da soli, dovremmo solo sperare che prima o poi potremmo “vedere e toccare” come Tommaso, ma quando accettiamo che la Pace è un dono, allora non c’è alcun bisogno di dover sbattere il muso prima di incontrarla, perchè Gesù può darcela in questo preciso istante, senza aspettare nessun altra condizione favorevole.
La Pasqua non è aspettare la Pasqua, ma accorgersi che oggi è Pasqua, e quello che stiamo cercando è già qui. L’Amore di Dio non è lontano da noi, è esattamente lì dove ci troviamo, fosse anche la più terribile e buia cantina esistenziale in cui siamo andati a finire.
Serve però crederci per vederlo, e non aspettare di vederlo per crederci.
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“Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!»”. La Misericordia è la pazienza che Dio ha con la nostra incredulità. E la nostra incredulità è la fatica che facciamo a credere all’amore, al bene. Siamo talmente tanto abituati a ciò che non va che quando si presentano le cose belle della vita facciamo fatica a credere che siano vere.
Nessuno fa fatica a credere a Gesù morto, ma si fa molta fatica a credere a Gesù Risorto. La morte come il male sono un evidenza che non necessità di nessuna fede. La resurrezione e il bene hanno bisogno invece della mediazione della nostra fiducia. Per questo Gesù dice a Tommaso che sono beati quelli che si fidano senza bisogno di scontrarsi con le cose; si fidano perchè credono che anche quando non si vede nessuna luce, la luce c’è, quando non si vede nessun bene, il bene c’è, quando non si vede nessuna via d’uscita, la via d’uscita c’è.
Ma questo è un dono, e se facciamo fatica ad accoglierlo o ad usarlo sappiamo che il Signore ci usa comunque Misericordia, perde cioè tempo con noi finchè non apriamo il cuore.
Credere per toccare…non toccare per credere
[Commento del 2019]
L’incredulo è colui che dubita sul fatto che una cosa come la resurrezione di Gesù sia vera.
Il credente è uno che dubita che una cosa come la resurrezione di Gesù sia falsa.
Il dubbio è nel nostro essere umani, dobbiamo però scegliere di cosa voler dubitare: del bicchiere mezzo pieno o di quello mezzo vuoto?
Così che se l’incredulo dice “e se non fosse vero?” e per questo vive in difensiva, il credente dice “e se fosse vero?” e vive di conseguenza a questo.
La misericordia di Dio è tutto il tempo che Dio perde con ciascuno di noi per farci abituare alla Pasqua.