don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2022

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Quando il Vangelo deve parlare di Elisabetta usa un’espressione commovente: colei in cui il Signore ha esaltato la sua misericordia. Questa donna che ha molto sofferto, si ritrova con una gioia immensa: la nascita di un figlio insperato.

Ma invece di cadere nella tentazione di aggrapparsi in maniera possessiva a questo figlio, fin dall’inizio difende con tutta se stessa il diritto del proprio figlio di essere se stesso, e non semplicemente la realizzazione dei suoi sogni o dei sogni della sua famiglia. E in questa difesa si aggiunge anche Zaccaria suo marito:

“All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome»”.

È bello a pochi giorni dal Natale fare questa memoria: non si può accogliere Dio se si vuole stabilire in maniera preventiva ciò che Egli dovrebbe essere e come dovrebbe essere. Così come un figlio ha diritto ad essere se stesso e proprio per questo è un mistero per chi lo accoglie, allo stesso modo Dio.

Egli non deve mai diventare la proiezione delle nostre paure o dei nostri desideri, ma essere misteriosamente ciò che noi nemmeno immaginiamo e che scopriamo un po’ alla volta.

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Nel Vangelo di oggi viene narrata la diatriba sulla scelta del nome del piccolo Giovanni Battista: “All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse”. In questa discussione è nascosto un problema sotteso in ogni famiglia, ma oserei dire in ogni legame di bene. Tutti noi vorremmo che gli altri fossero secondo le nostre aspettative. Dare un nome significa dare anche un destino, un significato, un’etichetta. L’amore vero sa rispettare la diversità dell’altro e gli permette di emergere in tutta la sua unicità. […] Continua a leggere qui.