Se volessimo riassumere tutto il rancore accumulato dai Giudei nei confronti di Gesù lo ritroviamo ben espresso in questa annotazione del Vangelo di oggi:
“Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”.
Gesù è insopportabile perché considera Dio suo padre, infrangendo tutta quella distanza a cui erano abituati i suoi contemporanei. In realtà questa distanza è la cosa che accomuna da sempre ogni esperienza religiosa lungo la storia: Dio è Dio proprio perché c’è una radicale distanza tra noi e Lui.
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Gesù comprime questa distanza e ci insegna attraverso la sua testimonianza che Dio è tale in virtù dell’amore che ha per noi e non semplicemente per la sua radicale alterità. Dovremmo domandarci se noi coltiviamo più la distanza da Lui che la prossimità. Il Dio distante molto spesso corrisponde a quell’aspettativa psicologica che è la rassicurazione.
Il Dio di Gesù Cristo è invece quel Dio reale che prende sul serio ogni uomo e ogni donna nella loro totalità. Quando Gesù dice che Dio è suo Padre si sta riferendo non in maniera simbolica a una parte di sé, ma alla sua intera persona. Per questo la resurrezione è qualcosa che riguarda anche il nostro corpo e non è solo una dimensione dell’anima.
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C’è qualcosa di insopportabile in Gesù. Il Vangelo di oggi lo dice chiaramente: “Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”. Gesù è intollerabile per la prossimità con cui si colloca nei confronti di Dio. Ciò che i suoi detrattori non possono perdonargli è il suo essere figlio di Dio. Finchè Dio è l’Altissimo, nel senso che lo collochiamo “lontanissimo” da noi, allora questo Dio può essere accettato. Ma quando Dio riempie questa lontananza attraverso il Suo Amore e diventa vicinissimo a noi attraverso Gesù, allora questo Dio non è più accettabile. Infatti il vero problema sembra proprio Lui, Gesù. Ma non dobbiamo scandalizzarci perché lo scandalo dell’incarnazione è esattamente questo: Dio, che è Colui che non si può neppure vedere perché altrimenti si rischia di morire, attraverso Gesù diventa accessibile, visibile, palpabile. […] Finisci di leggere il commento qui.
Commento al brano del Vangelo di: Gv 5,17-30
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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