don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 22 Febbraio 2025

Oggi la liturgia ci fa festeggiare la Cattedra di San Pietro e proprio per questo ci fa leggere questo brano del Vangelo di Matteo in cui Gesù inchioda i suoi discepoli con una domanda decisiva:

«Voi chi dite che io sia?».

La verità è che la risposta giusta la dà Pietro, ma non perché è preparato, bensì perché, come gli dice Gesù:

“Né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”.

Credo che sia importante per ognuno di noi riconoscere che abbiamo risposte umane rispetto a Dio, alla fede, a Cristo, alla preghiera, alla spiritualità, ma la verità è che la vera risposta a queste domande non è nelle nostre spiegazioni umane, ma in un dono che viene dall’alto.

Ricordarsi che la fede è un dono e non una semplice educazione ci mette tutti in un atteggiamento di più grande umiltà. La Chiesa non è fondata sull’intuizione di una persona intelligente, ma su una verità che un pover’uomo ha ricevuto in dono da Dio stesso.

Allo stesso modo, quando ognuno di noi cerca di dire che cos’è Dio o la fede, molto spesso può cadere nella tentazione di dire: “Dio è una cosa che mi fa star bene”, oppure “è ciò che dà senso alle mie giornate”, o ancora “ciò che mi ha salvato la vita”. Alcuni dicono anche “un’abitudine che ho imparato fin da quando ero bambino”.

Nel dire ciò si affermano cose giuste e lodevoli, ma dire che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, significa dire qualcosa che esula dalla nostra semplice esperienza.

Oggi dobbiamo imparare a capire che la fede è molto più di ciò che pensiamo o di ciò che può tornarci utile, e proprio per questo va chiesta, affinché converta le nostre lodevoli convinzioni e le spalanchi a una verità più grande, che è dono.

Fonte

Autore: don Luigi Maria Epicoco
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