HomeVangelo del Giornodon Luigi Maria Epicoco - Commento al Vangelo del 21 Novembre 2024

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 21 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 12, 46-50

Prima di andare al cuore del Vangelo vorrei che sostassimo un istante su un dettaglio del Vangelo di oggi:

“Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli”.

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Mi colpisce la discrezione di Maria e del resto della famiglia. Non pretendono. Non hanno posto in prima fila. Semplicemente “cercano” di parlargli.

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Che cos’è la preghiera? La preghiera è cercare di pregare. Non è un gioco di parole, ma forse la verità di fondo della preghiera, perché non sempre riusciamo a pregare, non sempre riusciamo a parlargli come vorremmo. Ma a noi è chiesto di cercare di farlo, di provare, di tentare.

Ecco allora che interviene Gesù e ci spiega cosa ci dispone di più alla preghiera:

“Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre»”.

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Tentare di fare la sua volontà ci mette in relazione profonda con Lui. Accontentarsi solo di informazioni non ci aiuterà mai a pregare veramente. Solo una vita vissuta come continuo tentativo di mettere in pratica ciò che ci ha annunciato, ci dispone anche a incontrarlo veramente, ma questa volta non come folla, ma come “madre, fratello, sorella, amico”.

Di Maria possiamo essere certi che è Sua Madre, non solo perché lo ha partorito ma perché tutta la Sua vita è stata un continuo fare la Sua volontà. Non risultano allora inopportune le parole di Gesù nel vangelo di oggi. Sono solo una precisazione.

Maria non è mai “fuori”, è sempre lì con Lui al di là di dove si trovi fisicamente perché ogni istante della sua vita è stata fare la volontà di Dio. L’ha appreso anche Lei quel giorno. Si è accorta anche Lei che “essere suoi” vale più di ogni tentativo di parola.

La nostra preghiera è una buona preghiera quando ci mette nelle condizioni di “essere suoi”, nonostante certe volte non riusciamo a trovare le parole giuste o i modi giusti di avvicinarLo.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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