“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda”.
Tre cose colpiscono di questa annotazione del Vangelo di oggi: il viaggio, la montagna, la fretta. Innanzitutto il viaggio: esso rappresenta una componente importante per la vita di ogni credente. Maria ci mostra con questo “suo camminare” che l’esperienza della fede è l’esperienza di un cammino.
È cioè l’esperienza di un lasciare una certezza, la sedentarietà di un punto di partenza e mettersi in cammino. Se la fede ci lascia uguali o ci fortifica solo nelle nostre convinzioni allora non è vera fede.
Per sua natura la fede è sempre un essere messi in discussione, un progredire, un approfondire, un capire un po’ alla volta sempre in maniera più chiara. La seconda immagine è appunto la montagna. Sembra che il Vangelo voglia suggerirci che questo tipo di cammino comporta anche una fatica.
Quando si sale una montagna non si vede subito il panorama, anzi per molto tempo si sperimenta solo la fatica della scalata, ma quando si arriva su in cima tutto cambia perché c’è una visione diversa, un panorama inaspettato. Questo nuovo punto di vista prende il nome di conversione. Il terzo aspetto è la fretta.
Non è l’impazienza negativa ma il forte e irresistibile desiderio di trasformare l’esperienza di fede in carità, in servizio, in annuncio. Tu ti accorgi di avere incontrato Cristo quando senti l’urgenza di volerlo gridare in tutti i modi, e per usare un’espressione di san Francesco, solo se è necessario usare le parole.
NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
Che cos’è una missione? A questa domanda risponde il Vangelo di oggi. La scena raccontata dalla pagina evangelica ci descrive il viaggio che Maria compie per andare dalla propria casa a quella della cugina Elisabetta. Erano circa tre o quattro giorni di duro cammino, e nonostante ciò Maria percorre quel tragitto in fretta e senza tentennamenti: “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda”. Ma arrivata a casa di Elisabetta ecco svelato un primo senso di quel viaggio/missione: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo”. Maria entra in casa e la sua sola presenza e il suo semplice saluto, inondano la casa e le persone di gioia. Portare gioia è lo scopo di ogni missione cristiana. Ma non una gioia qualunque, ma la gioia che nasce dall’introdurre nella vita altrui la presenza di Gesù. […] Continua a leggere qui.