Il luogo del miracolo raccontato nel Vangelo di oggi è Tiberiade. Deve rimanerci impresso questo dettaglio perché la moltiplicazione dei pani e dei pesci avviene nello stesso posto dove Gesù apparirà risorto per l’ultima volta facendo eucarestia con i suoi discepoli. Tiberiade rappresenta lo scenario di tutta l’umanità, il mondo pagano.
Ed è qui che il miracolo raccontato nel Vangelo di oggi fa da prefigurazione all’ultimo segno che compirà prima della Sua ascensione. La domanda che Gesù rivolge a Filippo sul dove si potrà trovare pane per tutti è domanda rivolta a ognuno di noi quando davanti alla sproporzione delle cose che ci accadono ci sentiamo interpellati: “E adesso dove troverai tutte le forze per affrontare questo?”.
C’è sempre la presa di coscienza di una grande sproporzione che c’è tra le nostre forze e ciò che ci tocca vivere. Se ci pensiamo davvero, sperimentiamo lo stesso spaesamento che avrà provato il povero Filippo. Solo un miracolo può salvarci. E il miracolo accade.
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“Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: ‘C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?’”.
Bisogna avere almeno l’umiltà di sapere quel poco che si ha. Se sappiamo fare solo l’elenco di ciò che ci manca rimaniamo schiacciati dal solo pensiero delle cose. Gesù moltiplica quei cinque pani e due pesci, ma moltiplica non crea. Moltiplicare cinque è cosa diversa dal moltiplicare zero. Nessuno di noi ha zero. Ha qualcosa, che non sarà certamente abbastanza.
Lo metta però con fiducia davanti al Signore ed Egli farà il resto. L’errore è il pensare che il poco che noi abbiamo non conti nulla. In realtà non conta nulla quando rimane da solo, ma quando è consegnato a Lui non solo basta ma avanza. Non è magia, ma è il miracolo del possibile offerto con fiducia.
Dovremmo diventare esperti nel fare questo tipo di miracoli, cioè nel fare ciò che ci è possibile fare senza pretendere da noi stessi l’impossibile. Quest’ultimo lasciamolo a Lui.
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La moltiplicazione dei pani e dei pesci raccontata in questa pagine del Vangelo di Giovanni è preceduto da un dettaglio che vorrei mettere in evidenza: “Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare”. Cosa significa essere messi alla prova da Gesù? Quasi mai pensiamo al fatto che alcune circostanze ci fanno toccare così tanto i nostri limiti, la nostra debolezza, la sproporzione che esiste tra ciò che abbiamo e ciò che dobbiamo affrontare che sovente si palesa al nostro cuore una domanda: come mai Dio ci chiede cose più grandi delle nostre forze? Egli non lo fa per umiliarci ma per ricordarci che noi possiamo tutto se ci fidiamo fino in fondo di Lui. [Finisci di leggere qui]
Commento al brano del Vangelo di: Gv 6,1-15
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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