“Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro”.
Ascolta “don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 20 Novembre 2024” su Spreaker.Questi versetti introduttivi che si trovano all’inizio del Vangelo di oggi, fotografano un atteggiamento personale e comunitario che di tanto in tanto si affaccia anche nella vita attuale: farsi molte domande sulla fine del mondo perdendo di vista il presente più immediato.
Ed è proprio per questo che Gesù racconta la parabola dei talenti. Tutto il racconto ruota attorno all’assenza di quest’uomo di nobile stirpe che è partito per un paese lontano e nessuno sa quando tornerà.
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Nel frattempo ha affidato ai suoi servi dei talenti, e la cosa interessante è il rapporto che essi costruiscono su questo atto di fiducia. Tutti investono su di essi, tranne uno che preoccupato di quando sarebbe tornato il padrone e del suo possibile severo giudizio fa questo ragionamento:
“Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato”.
Chi costruisce la propria vita sulla paura non può godere di nulla e raccoglie il vuoto. Non ha senso porci domande che ci fanno fuggire dal presente e dalla realtà. Dobbiamo domandarci come possiamo impiegare bene del tempo e delle cose che il Signore ci ha dato oggi, diversamente accadrà per noi lo stesso destino di quel servo che pensando di preservare in realtà perde tutto.
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La vita vale la pena solo se siamo capaci di investire, di rischiare per qualcosa di grande. La mediocrità è bandita dal regno.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
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