«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
La provocazione da cui nasce la famosa parabola del figliol prodigo che tutti conosciamo è esattamente questa. Ciò che fa da impedimento nella comprensione di Gesù è questo modo sconvolgente di andare incontro ai lontani.
E tutto questo è sconvolgente perché tutti noi siamo sempre intimamente convinti che l’amore vada meritato. Senza meriti si è esclusi dall’amore. Ma è proprio la concezione di un amore così che blocca la comprensione di Dio che Gesù è venuto ad annunciarci.
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Gesù sembra dire con tutta la sua vita esattamente il contrario: l’amore di Dio è senza condizioni, è gratuito, ed è proprio per questo che ci salva la vita. Ecco perché la parabola del figliol prodigo è la spiegazione più chiara di questa logica. Un uomo ha due figli.
Il più piccolo si fa dare l’eredità e se ne va da casa. Farsi dare l’eredità significa considerare il padre morto. Per lui il padre è morto, e questa morte è conveniente perché gli dà liquidità. Senza più padre a cui rendere conto e con le tasche piene di soldi fa quello che vuole e si diverte fino a spendere tutto.
Ma speso tutto si ritrova drammaticamente a invidiare i porci che a differenza sua hanno almeno da mangiare, così decide di tornare a casa. Detta così questa storia non sembra la storia di una conversione, ma solo la storia di un opportunista.
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E infatti tale è questo figlio. La sua vita però non cambia perché trovandosi in difficoltà decide di tornare a casa. La sua vita cambia quando tornando effettivamente a casa non trova la porta sbarrata ma le braccia aperte del padre che gli corre incontro.
È l’inaspettata reazione del padre che lo converte. L’amore proprio perché gratuito e senza condizioni è sempre un evento inaspettato, e proprio per questo ci cambia la vita. I cambiamenti invece che nascono per calcolo sono sempre destinati a finire.
Questo modo di fare è incomprensibile se non si comincia a ragionare come Gesù. Fino ad allora l’unica reazione che ci suscita è il fastidio.
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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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