don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 2 Gennaio 2023

1496

“«Chi sei tu?». Egli confessò e non negò, e confessò: «Io non sono il Cristo»”.

Le parole di Giovanni Battista non sono parole che vanno interpretate in maniera moraleggiante. La sua non è una semplice dichiarazione di umiltà ma una vera e propria rivoluzione antropologica. La tentazione dell’uomo infatti è sempre quella di cadere in una sorta di delirio di onnipotenza. È il cosiddetto “credersi Dio” che molto spesso infesta la maggior parte di noi fino al punto da vivere con un “io” sproporzionato rispetto alla realtà e alla vita stessa.

“Credersi Dio” ci fa vivere e fare delle scelte che molto spesso ci portano alla rovina e alla mortificazione della gente che ci sta accanto. Un’autentica vita spirituale ci riconsegna a noi stessi senza lasciarsi sedurre dall’idea di fondo che i nostri successi, le nostre capacità o al contrario le nostre ferite e i nostri errori, sono l’assoluto in cui rispecchiarci per dire chi siamo. Il Battista aveva un successo mediatico immenso ma non ha mai pensato che questo successo lo definiva come uomo. Egli dice di sè:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia» (Gv 1,23)

che è un po’ come dire “io non sono l’ultima parola, ne sono solo segno”. Se una madre, un padre, un figlio, un amico, un confratello, una qualsiasi persona si ricordasse di non essere in se stesso un fine, ma solo il segno di un fine più grande, vivrebbe ciò che fa, ordinandolo sempre a qualcosa di più grande del proprio io e delle proprie aspettative.

Sentirsi un fine, sentirsi dio, significa voler far ruotare la vita degli altri attorno a noi e considerare lesa maestà quando questo non accade. In questo senso il Battista ci dà una lezione immensa, perché ci ricorda che ogni nostra relazione è solo un modo per preparare la strada a Qualcuno che è più grande di noi. E quando questo non avviene allora si può diventare l’impedimento all’esperienza di senso nella vita degli altri.

A volte la gente è lontana da Dio solo perché ha avuto relazioni pessime nella propria vita.

Fonte

NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK

“Chi sei tu?” è la domanda che i sacerdoti e leviti rivolgono a Giovanni Battista nel tentativo di incasellarlo in una qualche definizione e identità. Infatti quest’uomo strano e così carismatico potrebbe essere il messia, o un profeta, o addirittura Elia stesso. Giovanni risponde che non è il Cristo. E questa sua prima risposta ci indica una strada preziosa da percorrere tutti, in ogni tipo di situazione e relazione. Noi non siamo il Messia e quindi dobbiamo smettere di pensare che possiamo salvare il mondo e le persone. Non siamo il Messia e quindi dobbiamo smettere di giocare a fare Dio nelle diverse circostanze o a porci come significato ultimo della vita degli altri. È una grande consapevolezza dire di se stessi non sono il Cristo. […Continua a leggere qui]