don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2021 – Gv 17, 1-11a

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


“Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”.

La vita eterna non è un posto ma bensì qualcuno. Solo chi ama può capire qualcosa di questo tentativo estremo del Vangelo di spiegarci qualcosa che è fuori dalla nostra portata e dalla nostra immaginazione. Ci sono cose che dopo che le hai incontrate non ti lasciano più uguale a prima. Tra queste cose ce n’è una radicale, la più decisiva, è quella dell’incontro con Cristo. Chi lo ha incontrato veramente non ha più la stessa vita di prima. Nulla è più come prima.

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È entrata la dinamica dell’eternità lì dove noi sperimentiamo solitamente la dinamica delle cose che finiscono. Dopo che hai assaggiato un vino buono, nessun altro vino sarà uguale, perché hai un termine di paragone che ti fa accorgere di ciò che vale da ciò che non vale. Prima di quel sorso di vino buono, anche un vino scadente poteva essere ritenuto buono, ma dopo quel sorso nulla è come prima. L’incontro con Cristo ci fornisce un termine di paragone che cambia completamente la percezione della vita. Si capisce subito ciò che vale da ciò che non vale, ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è bene da ciò che è male, ciò che ci intrattiene da ciò che invece ci salva.

“Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato”. 

È bello poter pensare che noi siamo l’oggetto della preghiera di Gesù. Egli infatti ci considera come qualcosa di profondamente Suo:

“Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro”.

Dovremmo darci del tempo nella preghiera per “sentire” nella parte più profonda di noi stessi che siamo Suoi, come la cosa in cui più si gioca l’amore che Egli ha per il Padre. Sentirsi di Qualcuno è la vita eterna.