Non so se Pietro, Giacomo e Giovanni potevano immaginarsi che quella gita fuori porta, quella scampagnata sul monte Tabor, li avrebbe visti protagonisti di un evento che si fa fatica anche solo a raccontare:
โli condusse soli, in disparte, sopra un alto monte. E fu trasfigurato in loro presenza; le sue vesti divennero sfolgoranti, candidissime, di un tal candore che nessun lavandaio sulla terra puรฒ dare. E apparve loro Elia con Mosรจ, i quali stavano conversando con Gesรน.โ
La luce, la visione, la presenza di Mosรจ ed Elia, sono segno che Gesรน sta mostrando a questi suoi migliori amici la Sua divinitร . E lo sta facendo non soltanto per affetto, ma per metterli al sicuro da tutto ciรฒ che di lรฌ a poco succederร . Infatti sempre loro tre si troveranno trascinati da Gesรน sulle pendici di un altro monte, quello degli ulivi, chiamato Getsemani, e davanti ai loro occhi vedranno tutta lโumanitร di Gesรน, sfigurata questa volta dallโangoscia, dalla sofferenza, dalla lotta con lโidea stessa della morte.
Sarร un momento di buio fitto e non piรน di luce splendente. Eppure queste due esperienze sono importanti per i discepoli. Essi devono sapere fino in fondo che Gesรน non รจ solo vero uomo, ma anche vero Dio, ma che allo stesso tempo Egli non รจ solo vero Dio cosรฌ che lโumanitร รจ solo una finzione, ma Egli รจ anche veramente e totalmente uomo.
Il mistero del buio lo si capisce solo nel mistero della luce. E se la luce ci attrae fino al punto da mettere queste parole in bocca a Pietro:
ยซRabbรฌ, รจ bello stare qua; facciamo tre tende: una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป รจ vero anche che davanti allโesperienza del buio quello che ci viene piรน normale fare, รจ ciรฒ che fanno i discepoli dopo lโarresto di Gesรน: โe fuggirono tuttiโ.
Di Gesรน vorremmo tenerci la Sua divinitร e scappare dalla sua umanitร .
Ma per entrare nella divinitร di Cristo bisogna passare attraverso la Sua umanitร .
ร lโumano la via che ci conduce a Dio.
ร attraverso il buio della nostra debolezza che si giunge alla luce di saperci amati e salvi.
Commento al brano del Vangelo di: Mc 9, 2-13
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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