don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 18 Aprile 2023

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“Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose?”,

rimprovera Gesù a Nicodemo nel Vangelo di oggi, smascherando l’idea di fondo che i nostri approcci religiosi abbiano davvero la capacità di capire il Mistero di Dio. La verità è che se non è Lui a rivelarci le cose, noi rimaniamo imprigionati nei nostri schemi mentali. Noi siamo fatti di terra. Non è uno sminuirci ma un sancire un rapporto profondo con la materia. Noi le cose le capiamo proprio perché sono “toccabili”, sono terra. Infatti Gesù per farsi capire deve sempre raccontare esperienze.

I fatti per noi sono più chiari anche dei ragionamenti. Eppure in noi c’è un’apertura del cuore a forma di cielo. Potenzialmente in noi c’è la capacità di intuire cose e verità più grandi della nostra stessa esperienza: questa è l’esperienza del senso della vita. Esso non coincide mai con una cosa o una persona, è sempre molto di più. È Dio stesso. Eppure Gesù mentre continua il suo dialogo con Nicodemo dice:

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“Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?”.

E ha perfettamente ragione perché vuole far capire a Nicodemo che credere in Dio non è innanzitutto credere nell’assurdo, ma credere nella realtà che ci circonda e lì intuire che c’è molto di più. Ma il nostro problema è stare con i piedi nella realtà che ci circonda. Preferiamo la nostra testa al reale e così non capiamo nemmeno Dio. Credere significa imparare ad aprire gli occhi e non a chiuderli.

Perché solo ad occhi aperti nasce in noi l’intuizione che c’è molto di più di quanto noi riusciamo a toccare, a vedere a immaginare. Solo così si intuisce la vita guardando Gesù crocifisso su una croce. C’è più verità nell’ ascoltare soffiare il vento durante la notte, così come Gesù chiede di fare a Nicodemo, che ragionare mettendo insieme concetti astratti che non riescono a contenere il mistero della vita.

È paradossale, ma la più grande esperienza di vita spirituale si manifesta sempre come un sano realismo capace di portarci al cuore delle cose. È il realismo della croce.

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«Come può accadere questo?». Dietro questa umanissima domanda di Nicodemo in realtà ci sono le nostre umanissime domande davanti a ciò che ci propone l’esperienza cristiana. Quante volte ci sembra di aver compreso il Vangelo ma poi tornando a casa, tornando alla vita di tutti i giorni ci domandiamo “ma come si riesce a mettere in pratica una simile cosa?”. L’errore che facciamo è duplice: da una parte siamo tentati di accontentarci di ragionamenti e spiegazioni che in realtà non trovano mai una ricaduta concreta nella nostra vita, e così ci ubriachiamo di discorsi, ma la nostra vita reale prosegue come se non fosse in nessun modo toccata dalla potenza del Vangelo; […] Finisci di leggere il commento qui.


Commento al brano del Vangelo di: Gv 3,7-15
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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