don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 18 Aprile 2022

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“Con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli”.

È bella la commistione tra timore e gioia presente nel Vangelo di oggi. La Pasqua che abbiamo appena celebrato si prolunga per otto giorni. E in questi otto giorni continuamente entreremo nei racconti della resurrezione. Oggi lo facciamo con la corsa di queste donne. La grande differenza che c’è tra la paura e il timore è l’effetto che produce. La paura paralizza, il timore è solo l’anticamera della gioia, oltre ad essere, come ci ricorda la Scrittura, l’anticamera della sapienza.

E tutto questo perché il timore è un prodotto dell’amore, non della colpa. In questo gesto di resurrezione rappresentato dalle donne accade la regola fondamentale del Vangelo: esse corrono verso i fratelli, e proprio mentre stanno andando incontro ai loro fratelli incontrano Gesù:

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“Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno»”.

Se vuoi incontrare Gesù devi andare incontro ai fratelli. Se ti ripieghi su te stesso non incontrerai mai Gesù ma solo le tue mancanze. Incontrare Gesù però significa assumere nei suoi confronti la stessa postura dei Magi, dei pastori, dei veri discepoli che incontratolo lo adorano. Il gesto dell’adorazione è un gesto di grande intimità.

Sembra che il Vangelo voglia dirci che quando incontri Gesù non puoi accontentarti semplicemente di un’esperienza intellettuale, ma deve poter essere l’inizio di un’esperienza affettiva, profonda, appassionata che segna la tua vita in maniera indelebile. Questo tipo di rapporto però non può mai avere come pretesa quello di possedere Gesù.

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La vita spirituale non è un modo per gestire Dio, ma solo una maniera attraverso cui facciamo un’esperienza di amore decisiva che ci mette costantemente in cammino e proprio per questo rende ciascuno di noi “angeli/annunziatori della resurrezione”.

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La resurrezione è una faccenda che sfugge i nostri normali ragionamenti. Finché non si accetta che c’è una grande differenza tra la fervida immaginazione e la grandezza della realtà nella sua totalità, continueremo a pensare che tutto ciò che non capiamo allora non esiste, e se diciamo che esiste allora stiamo solo lavorando di fantasia.

La verità è che la realtà è molto più grande dei nostri ragionamenti e ci sono delle cose che sfuggono al metro di misura delle nostre idee, ma ciò non vuol dire che queste cose non esistono. Ecco perché fin dall’inizio si è tentato di ridurre la resurrezione a una questione semplicemente umana, perché è più facile dire che la resurrezione è una montatura che accettare che essa sia un fatto reale.

I sommi sacerdoti, secondo il racconto del Vangelo di Matteo, tentano di corrompere le guardie per far dire loro una versione dei fatti distorta: “«Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».

Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi”. Ma la Verità è sempre più grande di ogni menzogna. Non si può tenere nascosta la luce per troppo tempo. Per questo dopo duemila anni nessuna bugia ha potuto soffocare il fatto della resurrezione di Gesù.


AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€