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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 17 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 11, 25-27

โ€œTi benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoliโ€.

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Non esiste altro modo per vedere Dio se non facendosi piccoli. Il Vangelo non ci invita a sminuirci ma ad assumere invece la postura migliore da cui guardare la vita. Infatti lโ€™essere umano essendo una creatura, tutte le volte che fa memoria della sua finitudine comincia a vedere le cose in maniera nuova, piรน vera, piรน profonda.

Ma quando invece gioca a fare Dio ammalandosi di deliri di onnipotenza, perde il contatto con la realtร  e non riesce a vedere piรน le cose per ciรฒ che sono. Ad esempio se ci ricordassimo tutti che un giorno moriremo, questa memoria della nostra morte ci porterebbe a vivere con piรน umiltร  ed essenzialitร .

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Daremmo piรน importanza a cose che solitamente trascuriamo e capiremmo che tutto ciรฒ che di bene dobbiamo scegliere lo dobbiamo fare oggi non domani. Ma siccome rimuoviamo lโ€™idea della morte e ci pensiamo immortali allora la nostra vita soffre di una strutturale cecitร  che ci fa vivere per sciocchezze e ci fa perdere di vista ciรฒ che conta.

Gesรน dice che โ€œi piccoliโ€, sono quelli a cui Dio racconta le cose perchรฉ non usano delle cose che Dio gli dice per montarsi la testa ma per gustarne la medesima gioia. Solo โ€œi piccoliโ€ ad esempio godono di un tramonto, o del volo di un calabrone, o delle risate di un bambino, o dello sguardo delle persone che amano.

Solo โ€œi piccoliโ€ accettano la sofferenza della vita senza trasformarla in risentimento, e sanno piangere senza disperarsi, e accolgono il limite senza sentirsene giudicati.

Ma questo privilegio รจ un dono di Dio che nasce dalla scelta di essere fino in fondo creature senza giocare a fare Dio, che รจ poi la radice di ogni superbia.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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