don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 16 Settembre 2023

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È sempre molto difficile capire ciò che è bene e ciò che è male. Gesù nel Vangelo di oggi cerca di aiutarci nel capire come fare ad accorgerci della differenza:

“Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”.

I frutti aiutano a far capire la qualità di un albero, e le parole di una persona aiutano a capire ciò che si porta davvero nel cuore. Più chiaro di così si muore. Ma dobbiamo, però, constatare che c’è un grande fraintendimento quando si parla dei frutti. Essi sono la ricaduta interiore di ciò che scegliamo. Ecco perché San Paolo si preoccupa di elencarne un congruo numero per riconoscerli: gioia, pace, benevolenza, mitezza, dominio di sé.

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Se tu vuoi capire se una cosa è buona o meno devi riflettere su che eco interiore essa produce. Se lascia un retrogusto di gioia, di pace, di benevolenza, di libertà allora è una cosa che viene da Dio anche se per realizzarsi lo farà attraverso delle circostanze apparentemente difficili. Un adagio popolare dice che non esiste rosa senza spine, ma se il nostro sguardo si ferma alle spine non godremo nulla della rosa.

Poi prosegue Gesù:
“Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?”.

Effettivamente molto spesso con la stessa intensità con cui desideriamo che Egli entri nella nostra vita poi non mettiamo in pratica ciò che ci dice. Se tu hai compreso che una cosa è buona ma poi non la metti in pratica, a caso ti è servito quel discernimento? Ecco perché Gesù dice che chi ascolta il bene senza metterlo in pratica è come chi ha costruito la sua casa sulla sabbia: è destinata a crollare alla prima difficoltà.

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Chi invece mette in pratica il bene fa certamente fatica, ma ciò che fa è destinato a durare.

FONTE

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C’è un criterio di giudizio che ci aiuti a fare discernimento nella vita? Gesù dice di si e lo spiega con chiarezza nel Vangelo di oggi: “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”. I frutti aiutano a far capire la qualità di un albero, e le parole di una persona aiutano a capire ciò che si porta davvero nel cuore. Più chiaro di così si muore. Ma dobbiamo, però, constatare che c’è un grande fraintendimento quando si parla dei frutti. Infatti sovente noi confondiamo i frutti con i risultati. Ma i frutti non sono affatto i risultati. Se contassero i risultati, il primo fallito della storia sarebbe Gesù, perché la croce è un letterale fallimento. I frutti sono quelli che San Paolo descrive così: gioia, pace, benevolenza, mitezza, dominio di sé. […] Continua a leggere qui.


✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Lc 6,43-49

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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