

ยซEcco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dellโuomo sarร consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perchรฉ venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerร ยป.
Queste parole segnano in maniera profonda lโintimitร che Gesรน costruisce con i suoi discepoli mentre si avvicina a Gerusalemme. Infatti lโintimitร non nasce semplicemente dal passare del tempo insieme, o dal fare delle cose insieme, ma dal consegnare allโaltro ciรฒ che di piรน vero e decisivo accade nella nostra vita.
Non di rado pensiamo di avere molti amici, ma lโamicizia vera non รจ intrattenimento, non รจ parlare sempre di banalitร ma รจ poter entrare in intimitร con lโaltro, e ciรฒ accade nella misura in cui si รจ capaci di discorsi profondi. Gesรน sembra fare con i suoi discepoli esattamente questo. Nel Vangelo di oggi consegna loro una grande veritร profonda della sua vita. Ma la reazione รจ strana:
โAllora gli si avvicinรฒ la madre dei figli di Zebedรจo con i suoi figli e si prostrรฒ per chiedergli qualcosa. Egli le disse: ยซChe cosa vuoi?ยป. Gli rispose: ยซDiโ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regnoยป. Rispose Gesรน: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?ยปโ.
Come รจ possibile che davanti alla consegna piรน intima di Gesรน la reazione di chi gli sta intorno รจ accaparrarsi i posti migliori, secondo una logica mondana che non ha nulla a che fare con ciรฒ che Cristo รจ venuto ad annunciarci? Non viviamo anche noi oggi la medesima tentazione? Non sembra che nelle nostre famiglie, nei nostri posti di lavoro o nelle nostre comunitร cerchiamo solo di cercare una nostra convenienza senza prendere sul serio il cuore stesso del messaggio di Gesรน?
Ma credo che tutto ciรฒ accada come un meccanismo inconscio di difesa. Abbiamo paura della croce. Abbiamo paura di prendere sul serio le parole di Gesรน, e per questo preferiamo vivere per cose banali, mondane, lontane dallo spirito del Vangelo.
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Il carrierismo, in qualunque ambito e in qualunque contesto, ha sempre la stessa radice: voler affermare se stessi a scapito degli altri. ร il succo del vangelo di oggi, dove incontriamo il vano tentativo della madre dei figli di Zebedeo di raccomandare i propri figli: ยซDiโ che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regnoยป.
Rispose Gesรน: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?ยป. Gli dicono: ยซLo possiamoยป. Ed egli soggiunse: ยซIl mio calice lo berrete; perรฒ non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma รจ per coloro per i quali รจ stato preparato dal Padre mioยป.
Pensare di valere per il posto che si occupa รจ una convinzione tutta mondana che non funziona perรฒ con la logica del Vangelo. Lรฌ dove il cristianesimo รจ autenticamente vissuto non ci dovrebbero essere simili ragionamenti. Eppure assistiamo continuamente a questo tipo di richieste, anche nei nostri ambienti, in cui diventare finanche responsabile dei portafiori dellโultimo altare della chiesa ci fa sentire abbastanza potenti da poter esercitare il nostro potere sugli altri, e rivelando cosรฌ quella strutturale infantilitร che ci fa ricercare costantemente conferme dagli altri.
Gesรน ha un antidoto a questo tipo di mentalitร : โI capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non cosรฌ dovrร essere tra voi; ma colui che vorrร diventare grande tra voi, si farร vostro servo, e colui che vorrร essere il primo tra voi, si farร vostro schiavoโ.
Questa รจ la carriera secondo Gesรน.