“La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!»”.
Sembra che anche i discepoli siano in quarantena nel Vangelo di oggi. E ci rasserena sapere che il “distanziamento sociale” provocato dalla paura, non è un impedimento a Gesù. La Misericordia è sapere che non esiste una miseria dove Egli non abbia potere di mandare Suo Figlio a pronunciare l’esorcismo più potente di tutto il Vangelo: “Pace a voi”.
Finché la pace vorremo darcela da soli, dovremmo solo sperare che prima o poi potremmo “vedere e toccare” come Tommaso, ma quando accettiamo che la Pace è un dono, allora non c’è alcun bisogno di dover sbattere il muso prima di incontrarla, perché Gesù può darcela in questo preciso istante, senza aspettare nessun altra condizione favorevole.
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La Pasqua non è aspettare la Pasqua, ma accorgersi che oggi è Pasqua, e quello che stiamo cercando è già qui. L’Amore di Dio non è lontano da noi, è esattamente lì dove ci troviamo, fosse anche la più terribile e buia cantina esistenziale in cui siamo andati a finire.
Serve però crederci per vederlo, e non aspettare di vederlo per crederci.
Commento del 2020.
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«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Se solo Tommaso sapesse che cosa sta chiedendo. In realtà ciò che chiede è giusto ma non sa che i buchi che cerca sono i suoi, le ferite che vuole toccare sono le proprie, gli squarci attraverso cui vuole essere convinto sono gli stessi squarci che lui stesso si porta nella sua vita. Gesù vuole essere riconosciuto a partire dalle sue ferite, ed esse non sono astratte, sono le nostre. Lì possiamo renderci conto che ciò che ci ha fatto soffrire molto spesso ci ha reso più comprensibile l’amore di Dio perché l’amore è vero quando passa il vaglio della prova. Proprio quando ci sembrava tutto finito e perduto, li Dio ci ha fatto fare esperienza della Sua Misericordia. Infatti l’amore è tale quando si manifesta lì dove tutte le altre cose e tutti gli altri se la sono data a gambe levate. Il Padre non ha mai abbandonato Suo Figlio Gesù anche quando Egli stesso aveva la sensazione di essere solo. Così Gesù non abbandonerà mai noi anche quando le nostre sensazioni ci diranno il contrario. La fede non è una sensazione ma una certezza interiore che sa imporsi anche su tutte le sensazioni contrarie. È il dono di sapere di essere amati anche quando non lo sentiamo. Questo ci salva, sapere che Egli è fedele sino all’estreme conseguenze.
Commento al brano del Vangelo di: Gv 20,19-31
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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