


Sembra che il Vangelo di oggi voglia dirci che prendiamo in considerazione le persone che ci dicono la veritร solo quando non possono piรน nuocere alla nostra pace apparente, quando non possono piรน provocare la nostra coscienza, quando non possono piรน essere decisive per noi. Cosรฌ li onoriamo con una nobile memoria e li rendiamo perรฒ inefficaci per il presente della nostra vita.
โGuai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Cosรฌ voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruiteโ.
E soprattutto esistono tanti modi per far fuori le persone che hanno il coraggio di prendere davvero sul serio la nostra vita e ci dicono la veritร . Di questo sangue, dice Gesรน, dobbiamo renderne contoโฆ anche se il sangue รจ solo morale, simbolico, latente. Credere significa accettare che la veritร รจ sempre una cosa scomoda, ma che soltanto confrontandoci con essa e con chi ce la dice possiamo diventare noi stessi.
Farla fuori, e con essa chi la racconta, non ci porterร alla pace e alla felicitร ma solo ad un compromesso che รจ giร una sconfitta a tavolino. La conversione a cui siamo chiamati nel Vangelo di oggi ha piรน che mai un valore molto piรน grande della nostra sfera individuale. ร conversione sociale, comunitaria.
ร un modo di cambiare la narrazione che delle volte noi facciamo con lโinformazione, con i social, con la propaganda. Amare chi dice la veritร e accettare che delle volte le persone che dicono cose vere sono urticanti. Bisogna invece sempre temere quando viene detto ad alta voce solo ciรฒ che si vuole sentir dire. La coscienza ci dice come stanno le cose anche quando ci piacerebbe fare altro.
Davanti ad essa si possono fare due cose: o uccidere la coscienza o lasciarci evangelizzare da essa. Solo nei regimi totalitari e nei narcisisti รจ impossibile trovare opposizione e critica costruttiva. Lโaccoglienza dei profeti ci rivela a che punto siamo con noi stessi e come societร .