venerdรฌ, Marzo 7, 2025
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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 15 Giugno 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 5, 33-37

Il Vangelo di Matteo di oggi ci invita a unโ€™igiene delle parole. Delle volte vivere la fede ci mette in un circuito di ragionamenti, di pratiche, di riti, di meccanismi retorici in cui si puรฒ anche perdere il controllo.

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Dio, cosรฌ, รจ tirato in mezzo per faccende che non centrano molto con Lui, e le nostre considerazioni molto personali dโ€™un tratto diventano teologie dubbie che travestiamo di certezza e di devozione. Un credente non gioca con le parole.

Il suo parlare deve essere molto chiaro e asciutto senza la preoccupazione di tenere contenti tutti: โ€œSia invece il vostro parlare sรฌ, sรฌ; no, no; il di piรน viene dal malignoโ€. รˆ il di piรน che poi alla fine ferisce, crea problemi, giudica, sparla, mette in cattiva luce, mistifica, stravolge.

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Aveva ragione la poetessa italiana Alda Merini quando scriveva: โ€œScegli con cura le parole da non direโ€. รˆ lo sparlare, il parlare a sproposito, il voler a tutti costi dire la propria su tutto, il pontificare in ogni occasione, lโ€™ostentare sicurezze e certezze in ogni angolo complesso e problematico dellโ€™esistenza.

La fede ci invita a chiamare per nome le cose. A saper dire Si e No davanti alla veritร  o alla menzogna. Ci invita a misurare il potere tremendamente distruttivo che delle volte possono avere le nostre parole, specie poi quando queste parole vengono da chi dice di appartenere a Lui, di essere Suo, di credere nel Suo Vangelo.

Un cristiano dovrebbe parlare poco, e quando parla dovrebbe farlo sempre per dire il bene, per benedire appunto. E se รจ costretto a dire il male lo deve fare facendo sempre molta attenzione a non farlo alla maniera del diavolo che confonde peccato e peccatore.

Cโ€™รจ una misericordia anche della lingua e la maggior parte del modo di esprimere la sua misericordia รจ racchiusa in una parola poco frequentata, la parola silenzio. Invidio sempre chi sa mostrare unโ€™attitudine al silenzio.

รˆ come una grande sinfonia dove le pause, i respiri, rendono le note piรน chiare, piรน belle, piรน orecchiabili. Chi parla poco e bene rende piรน significativo ciรฒ che dice.

Fonte

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Autore: don Luigi Maria Epicoco
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