don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 14 Maggio 2021 – Gv 15, 9-17

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


“Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

La gioia è la più grande conseguenza che nasce dall’esperienza autentica della fede. È la gioia come senso di pienezza, cioè come ciò che riempie la vita e la riscatta da quella sensazione di vuoto che troppo spesso ne fa da padrona. È la gioia che nasce dal sapersi amati in maniera definitiva senza se e senza ma. È la gioia che si manifesta soprattutto nei momenti più difficili e più faticosi. È la gioia di sapere che non siamo mai radicalmente soli, e che “se il nostro cuore ci rimprovera qualcosa, Dio è più grande del nostro cuore”.

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È la gioia che viene dal perdono, dal vedersi dare quella seconda opportunità che ci fa rimettere in piedi. È la gioia che cambia lo sguardo dei poveri. È la gioia che ci rende autentici perché riconciliati con la nostra debolezza. È la gioia di vedere crescere dentro di noi il seme del regno di Dio che fa germogliare fiori tra le rocce. Un cristiano senza l’esperienza della gioia non è pienamente cristiano. Ma la gioia è dono e scelta. È dono perché nasce solo dal dono di sapersi di qualcuno, dal dono di sapersi amati.

È scelta perché bisogna scegliere di vivere nella gioia, e di cominciare a pensare e guardare la nostra vita da un altro punto di vista radicalmente diverso. Ha ragione quindi Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti, quando scrive:

“Impegnati ad eliminare tutta quella sofferenza che dipende molto di più da te, dalla tua modalità di reagire alle persone e alle situazioni, che da eventi esterni. Vivi al meglio tutta quella sofferenza che non puoi in alcun modo evitare, cerca di darle un senso perché ogni difficoltà, ogni croce, possa trasformarsi in una nuova importante opportunità!”.

In questo senso la gioia cristiana trasborda la semplice emozione di gioia, e diventa un impegno da assumersi ogni giorno. Ma nessuno potrebbe davvero assumersi questo impegno se prima innanzitutto non sperimenta che da Gesù in poi, la gioia non è più una promessa che riguarda il futuro ma un’esperienza da scoprire nel presente.