”Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amalo VOI. Rimanete nel mio amore”. Il segreto è tutto qui. Non è nella nostra capacità di amare, ma nel lasciarci amare da Gesù. Lui ci ama esattamente come il Padre ama lui. Può esistere un amore più grande di quello di Dio Padre nei confronti di Suo Figlio? Con lo stesso amore Gesù ama noi.
Dovremmo forse fare innanzitutto spazio a questa idea di fondo: noi siamo amati così! Ma già soltanto per far entrare nella nostra testa una simile considerazione ci accorgiamo di quanta fatica facciamo. È difficile accettare di essere amati.
Noi vorremmo essere amati, ma pensiamo che in fondo non c’è davvero in noi nulla di amabile. Così ogni dichiarazione di amore da parte di Cristo viene subito censurata dal male che è messo alle porte dei nostri ragionamenti come colui che ci dice che non c’è nulla di amabile in noi. La fede inizia con un atto di disobbedienza a questa voce dell’accusatore che dentro di noi fa la lotta anche soltanto alla possibilità che qualcuno ci ami davvero alla maniera di Cristo.
Ma quando comincia a farsi spazio dentro di noi a questo amore, allora i primi sintomi hanno a che fare con la gioia: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena Ed è con una gioia così che si può cambiare tutto. E si può anche imparare ad amare alla maniera di Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Dare la vita è la maniera di amare che dobbiamo imparare, ma tutto ciò è possibile solo se ci lasciamo amare così da Gesù, se lasciamo che egli possa dare la vita per noi. Se c’è un dolore che possiamo davvero infliggere a Cristo, questo dolore non viene tanto dai nostri peccati, quanto dal non permettergli di dare la vita per noi. Cioè dall’impedirgli di amarci. Dal rifiutare il Suo amore.
Il peccato è tale soprattutto quando è rifiuto dell’amore di Cristo. È questo che trafigge il Suo cuore, non le nostre semplici cadute.
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Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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