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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 14 Gennaio 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mc 1,21b-28

Non era strano, ai tempi di Gesù, trovare nella sinagoga persone che insegnavano, specialmente di sabato. Ma quando è Gesù a fare questo, allora il Vangelo sottolinea una peculiarità:
Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi”.

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È la grande differenza che c’è tra l’autorevolezza e l’autoritarismo. Quest’ultimo funziona solo suscitando paura e soggezione. L’autorevolezza, invece, è come una passione, un’attrazione che suscita rispetto per eccesso di bellezza, di verità, di credibilità, e non certo per paura.

Anche nella Chiesa possiamo avere rispetto gli uni degli altri solo per vincoli basati sulla paura, sul potere, sulla possibilità che l’altro ha di decidere della tua vita o semplicemente del pezzettino di servizio che ricopri all’interno della comunità. Ma chi fa questo smentisce di fatto la logica del Vangelo, che è invece una logica che si propaga per testimonianza, cioè per autorevolezza.

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Il male, ad esempio, odia le persone autorevoli perché non alimentano le logiche del mondo. Non a caso, subito dopo aver sottolineato la qualità della predicazione di Gesù, l’evangelista Marco aggiunge la reazione di un indemoniato:

“Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell’uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui”.

Paradossalmente il demonio ha detto la verità: Gesù è veramente il santo di Dio. Ma la verità detta dal demonio non edifica, anche quando è ortodossa. Gesù lo mette a tacere perché la fede non va mai detta solamente con le parole, ma con la vita.

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Dire cose giuste e vivere in contrasto con esse è tipico del demonio. Questo dovrebbe farci molto riflettere.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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