“Ma a chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini seduti nelle piazze che gridano ai loro compagni”. Il paragone con cui si apre il vangelo di oggi è immensamente suggestivo.
Gesù usa l’immagine dei bambini che vincendo ogni ritrosia non sanno più che inventarsi per far alzare i loro amici a fare qualcosa insieme. Infatti tutti sappiamo quanto sia incontenibile la voglia dei bambini di giocare, e pur di farlo sono disposti anche a rinunciare ai giochi preferiti pur di fare qualcosa, pur di giocare.
Ma delle volte sperimentano la grande frustrazione di trovarsi vicino ad amici che non si riescono a coinvolgere in nulla. Né con la gioia, né con il dolore. Gesù dice che potenzialmente siamo noi questi compagni che non si lasciano agganciare in nulla: né nelle cose belle, né in quelle brutte.
E in questa apatia, e indifferenza è difficile far nascere l’attesa di qualcosa di grande. In fin dei conti il Messia è l’Atteso delle genti. Ma che senso può avere un Atteso se non è atteso da nessuno?
E come è possibile vivere senza attese? È possibile quando siamo completamente ripiegati su noi stessi, e pur di non cambiare questa posizione di ripiego parliamo male di tutto e del contrario di tutto: “Difatti è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “Ha un demonio!”
È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!””. Sarebbe interessante a questo avere il coraggio di analizzare le nostre lamentele e il nostro parlar male.
E se esso non fosse nient’altro che la testimonianza che pur di non metterci in gioco noi ci diciamo che non va bene tutto quello che abbiamo davanti? Non è forse vero che chi si lamenta sempre o chi giudica sempre ha innanzitutto un problema irrisolto dentro di sé che lo spinge a dire e fare cosi?
Prepararsi alla venuta di Cristo significa lasciare le lamentele e riscoprire le nostre attese. È smettere di parlare male e mettersi a cercare un Bene nonostante tutto.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 11, 16-19
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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