don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 13 Maggio 2022

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“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”.

Le persone affidate sono sempre in una inspiegabile pace. Credo che il Vangelo di oggi si spinga fino al punto di fissare i nostri occhi e rivolgerci le parole di Gesù: fidati di me e torna sereno! E credo che sia lo stesso tentativo che qualche geniale mente ha messo in atto quando non molto tempo fa ha tappezzato Roma di cartelli pubblicitari in cui era scritto: “Dio esiste, ma non sei tu!”.

Dietro quest’ironia c’è una verità di fondo, la stessa verità del Vangelo di oggi. Giocare a fare Dio, ci toglie la pace. E si gioca a fare Dio quando ci si convince che bisogna salvarsi da soli, che bisogna darsi da soli una soluzione, una risposta. Si gioca a fare Dio quando si pensa che bisogna trovare autonomamente un posto giusto dove sentire significato.

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“Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”.

È Gesù colui che ci prepara un posto. È Lui che anche quando lo sentiamo assente in realtà sta facendo qualcosa per noi. Gesù ha aperto una via su ciò che in fondo al nostro cuore sappiamo esistere ma che non sappiamo come raggiungere.

“Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Gesù è la via che ci conduce a ciò che davvero desideriamo e che non riusciamo a darci da soli. In questo senso la fede cristiana parte da una constatazione di umiltà imprescindibile: nessuno può salvarsi da solo. E Gesù è venuto esattamente perché non rimaniamo abbandonati nella nostra solitudine. Il dramma dell’uomo, il suo vero inferno è proprio la solitudine. Accettare Cristo significa vincere questo inferno una volta per tutte. Ma l’accettazione presuppone la nostra libertà.