“Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi”.
Credo che sia geniale da parte di Gesù paragonare il regno dei cieli a dieci vergini. Avrebbe potuto più semplicemente scegliere di parlare di dieci donne, cinque vergini e cinque prostitute, e avremmo così capito subito la differenza, ma se il gruppo di donne è composto interamente da vergini, allora la differenza non la fa la verginità in quanto tale ma la saggezza o la stoltezza.
E stando sempre alle parole di Gesù, la saggezza è saper fare scorta in piccoli di vasi, di ciò che potrebbe venire a mancare. È la saggezza della formica che fatica tutta l’estate mentre la cicala canta, ma poi arriva l’inverno e la faccenda si complica.
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“Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade”.
C’è un momento della vita in cui subentra la stanchezza, la prova, lo smarrimento. Ogni uomo fa questo tipo di esperienza al di là se è buono o cattivo.
Ma nel cuore di questo tipo di esperienza c’è una chiamata: è la chiamata ad andare incontro a ciò che conta, lo Sposo appunto, che ti fa dire se questa prova fortificherà o distruggerà tutto. Se non hai fatto scorta di olio è difficile uscire fortificati da una prova, molto spesso si viene schiacciati.
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E questa scorta consiste in un lavorio su se stessi, sul proprio cuore, sul proprio tempo, che si gioca soprattutto nella cura delle piccole cose di ogni giorno. La forza di ogni grande santo è sempre nella cura delle piccole cose con cui ha saputo tenere viva la fiamma dall’amore per Dio e per il prossimo.
Sono le piccole cose che ci mantengono ferventi, diversamente si diventa freddi, vuoti, e senza significato, appunto stolti.
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Anche i migliori si addormentano. Potremmo sintetizzare così la pagina del Vangelo della XXXII domenica del tempo ordinario, in cui Gesù racconta la parabola delle dieci vergini. La storia messa in scena da Gesù è molto semplice: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono». Fin qui la storia sembra filare liscia, ma varrebbe la pena riflettere su come sia possibile innestare nel regno dei cieli un manipolo di donne stolte. Cosa può mai avere a che fare la stoltezza con il regno dei cieli? […] Continua a leggere qui.
Autore: don Luigi Maria Epicoco
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 25,1-13
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