don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 12 Giugno 2022

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Nel vangelo di oggi la parola chiave forse dovrebbe essere “gradualità”: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Gesù sa bene che noi riusciamo a capire e a vivere le cose solo un po’ alla volta. Tutta la Bibbia potremmo leggerla come un graduale disvelamento della Verità.

Dio non dice tutto subito ma non perché vuole tenerci nell’ignoranza ma semplicemente perché vuole che essa penetri davvero in noi senza sortire conseguenze negative. Infatti se una persona è immersa in una stanza buia, e vi rimane per molto tempo, non riceverà beneficio da chi da un momento all’altro spalanca le finestre e fa entrare dentro tutto il sole di mezzogiorno.

Quella luce forte e limpida produrrebbe una immediata cecità, sarebbe appunto insopportabile. Ma se qualcuno cominciasse ad aprire la finestra poco la volta, l’occhio si abituerebbe, e spalancate tutte le finestre lo stesso uomo che prima era immerso nel buio potrebbe beneficiare della luce ad occhi aperti senza soffrirne. Così Dio pian piano attraverso Gesù ha cominciato ad aprire la finestra della Verità, educandoci gradualmente all’esperienza immensa e luminosa del Suo Amore gratuito.

Il ruolo dello Spirito è appunto quello di attraversare e ricordare tutta la gradualità data da Cristo e portarla al totale compimento. Come riallacciare i fili già messi in tensione dall’annuncio e dalla testimonianza di Cristo stesso. “Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà”.

Accadrà allora che l’opera sarà compiuta e che quella che noi giudicavamo un’assenza in realtà la vedremo come una Presenza più profonda.

Commento del 2018.

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“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”.

La verità non la si può capire ma si può essere condotti ad essa perché un’esperienza vale più di una spiegazione. La Trinità non può mai essere una spiegazione ma solo un’esperienza viva di ciò che nessuna parola può mai veramente contenere. Se qualcuno ci domanda cosa sia la vita spirituale noi possiamo rispondere: è lasciarsi prendere per mano ed essere condotti nel cuore di ciò che è Dio stesso.

Sapere che esiste l’Amore e sperimentare l’essere amati non è la stessa cosa. La seconda supera di gran lunga la prima. Solo così è comprensibile per noi la Trinità, come un’esperienza che ci toglie le parole.