Il Vangelo di oggi ci dice chiaramente che i curricula degli apostoli furono vagliati in preghiera per un’intera notte da Gesù:
“In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli”.
Avrà pensato a questa squadra mettendo insieme caratteri, sensibilità, mentalità, approcci, modi di vivere molto diversi tra di loro. La loro diversità però era tenuta insieme da Cristo stesso e questo bastava e avanzava a non scegliere un gruppo di persone uniformi, ma molto differenti tra loro, tenuti insieme da una comunione che avrebbero più volte rotto e ripristinato a ogni pentimento.
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Unica clausola la libertà di ognuno, cioè seppur scelti, gli apostoli rimanevano liberi anche di fare il contrario, di pensare il contrario, di scegliere il contrario. La prova di questa libertà la si incontra in due episodi successivi che riguarderanno Pietro e Giuda. Entrambi avranno la libertà uno di rinnegarlo e l’altro di tradirlo.
La loro caduta è la prova che Dio provoca ma non costringe mai nessuno, anche quando sarebbe giusto farlo. Perché non vuole degli automi, ma degli amici. Non vuole dei servi ma dei figli. Non vuole sottomissione ma amore. Non vuole santini ma santi, santi veri. E si può essere santi solo a patto di essere abbastanza liberi di scegliere di amare o di non amare.
È la faccenda della libertà la cosa più difficile da accettare. È sempre più comodo e forse anche più superficiale pensare che in fondo non siamo liberi e che tutti i condizionamenti che subiamo giustificano tutto. Ma essere condizionati non significa non essere liberi. Libero è non chi non ha condizionamenti ma chi si ricorda di essere libero nonostante essi.
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La vita spirituale ha come scopo proprio questo: far emergere la nostra libertà lì dove le circostanze vogliono decidere al posto nostro. È in quella fatica la prova della nostra libertà.
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“In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione”. Potremmo sintetizzare tutto il Vangelo di oggi in questo versetto iniziale del Vangelo di Luca. Gesù prega. E la sua preghiera non è banale o sbrigativa, ma è intensa e prolungata. Forse perchè Gesù intende la preghiera non come una qualche pratica da mettere in atto per attirare l’attenzione di Dio, ma come un modo per essere in relazione con Lui. Dire che Gesù prega significa dire che Gesù coltiva la sua relazione con il Padre. Egli sa bene che tutta la Sua forza, la Sua sapienza, il vero discernimento potrà riceverlo solo da questa relazione. […] Continua a leggere qui.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 6,12-19
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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