don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 11 Luglio 2021 – Mt 10, 24-33

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


Leggi il brano del Vangelo di † Mc 6, 7-13

Il Vangelo di oggi ci parla in maniera dettagliata dell’equipaggiamento che un discepolo di Cristo deve avere:

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“Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche”.

La prima cosa su cui devono fare affidamento non sono gli eroismi personali ma le relazioni. È questo il motivo per cui li manda a due a due. Non è una strategia di vendita porta a porta, ma la chiara indicazione che senza delle relazioni affidabili il Vangelo non funziona e non è credibile. In questo senso la Chiesa dovrebbe essere principalmente il luogo di queste relazioni affidabili.

E la prova dell’affidabilità la si vede dal potere che si ha contro il male. Infatti la cosa che teme di più il male è la comunione. Se tu vivi in comunione allora hai potere “sugli spiriti immondi”. Si comprende allora come mai la prima cosa che fa il male è far entrare in crisi la comunione. Senza questa affidabilità delle relazioni lui può spadroneggiare. Divisi siamo vinti, uniti siamo vincitori. Ecco perché la Chiesa deve sempre avere come primo obbiettivo la difesa della comunione.

“E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio”

Sarebbe da sprovveduto affrontare la vita senza un punto d’appoggio. Ognuno di noi non può solo fidarsi delle proprie convinzioni, dei propri ragionamenti, delle proprie emozioni. Ha bisogno, invece, di qualcosa che gli faccia da punto d’appoggio. Per un cristiano la Parola di Dio, la Tradizione, il Magistero non sono ornamenti, ma il bastone su cui poggiare la propria vita.

Stiamo assistendo invece al dilagare di un cristianesimo intimistico tutto fatto di “io penso”, “io sento”.

Questo tipo di approccio alla fine ci fa ritrovare fermi e molto spesso smarriti. Avere un punto oggettivo su cui poggiare la vita è una grazia, non un limite.


Altro commento (da FB)

“E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche”. Non abbiamo bisogno di nient’altro se non di un punto d’appoggio affidabile. Un bastone che ci aiuti nel cammino.

Se uno ci pensa un istante capisce che solitamente l’unica cosa di cui si ha bisogno è sapere che c’è qualcuno che ci vuole davvero bene. Questo bene è l’unico bastone su cui poggiare la vita. Se tu sai che c’è davvero qualcuno che ti ama, puoi affrontare tutto. Gesù è venuto a darci esattamente questo punto d’appoggio affidabile: siamo amati definitivamente, senza ripensamenti, gratuitamente, senza merito, per sempre.

Chi non si sente amato cerca appoggio nelle cose (pane, sacca, denaro) e soprattutto invece di vivere passa il tempo a preoccuparsi (portarsi due tuniche).