giovedรฌ, Marzo 6, 2025
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don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 11 Febbraio 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mc 7,1-13

Nella pagina del Vangelo di oggi, Gesรน smaschera un atteggiamento che non riguarda solo i suoi contemporanei, ma anche ciascuno di noi: trasformare la fede in una semplice somma di riti, precetti e tradizioni.

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Se lโ€™esperienza della fede si riduce solo ad abitudini religiose, allora, quando la vita si presenterร  con qualcosa di serio, esse non potranno salvarci, perchรฉ altro non sono che puri gesti messi in atto per eludere la cosa piรน importante: conoscere e amare la persona di Gesรน Cristo, il Figlio di Dio.

Se un digiuno, una preghiera, una tradizione religiosa perde di vista il suo fine ultimo, che รจ essere in rapporto con Cristo, alla fine potremmo diventare esperti religiosi, ma essere praticamente degli atei nel senso piรน esistenziale del termine, cioรจ vivere senza Dio. Nessuna religiositร  deve prendere il posto di un rapporto vivo con Gesรน.

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Se un precetto, anche il piรน lodevole, diventa piรน importante di Gesรน stesso, allora ciรฒ significa che ci siamo ammalati di questa forma di ipocrisia denunciata da Gesรน nel Vangelo attraverso le parole del profeta Isaia:

โ€œQuesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore รจ lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uominiโ€.

รˆ il cuore vicino a Lui la nostra piรน vera preoccupazione. Per questo mi vengono in mente tante comunitร , associazioni o movimenti ecclesiali che, delle volte, difendono di piรน i loro approcci, le loro tradizioni e le loro lodevoli abitudini, fino al punto di idolatrarle. Cosรฌ, rischiano di relativizzare Cristo invece che relativizzare se stessi e le proprie tradizioni.

In questo senso, dobbiamo sempre vigilare, perchรฉ nessuno รจ immune da questo rischio.

Fonte


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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