HomeVangelo del Giornodon Luigi Maria Epicoco - Commento al Vangelo del 11 Aprile 2024

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 11 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 3, 31-36

Ciò che può sembrare complicato nel Vangelo di oggi in realtà non lo è, perché Gesù sta cercando di stabilire qual è il punto di vista privilegiato, superiore, rispetto agli altri.

La superiorità di Gesù non è la superiorità degli uomini, è la superiorità di chi sta in alto appunto, di chi viene dal cielo e ha visto le cose per ciò che sono veramente. E fa impressione pensare che Gesù dall’alto della Croce vede meglio di quelli che stanno in basso.

Chi soffre capisce la vita in maniera più profonda. Chi è inchiodato su una Croce guarda la realtà come Dio la guarda dal cielo, ma solo a patto che quella croce sia un’esperienza di santificazione e non di disperazione. Si può essere crocifissi e stare sottoterra, e si può essere crocifissi e stare in alto. Gesù ci ha donato una posizione nuova per le nostre croci.

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Il calvario era un’altura, non una fossa. So che è difficile da accettare, ma la superiorità di cui parla Gesù, la si ottiene non dominando ma caricandosi la propria Croce fin su i nostri personali Calvari. Credere nel Figlio significa seguirlo fin la su. In fin dei conti ce l’aveva detto:

“chi mi ama mi segua”.

In quel “seguire” si gioca tutto il nostro “credere”. Anzi si gioca tutto. In questo senso allora la fede è un cambio di prospettiva, ma essa non viene dalle idee ma da ciò che ci accade. È la vita stessa che molto spesso ci chiama a conversione, cioè ci chiama a capovolgere le nostre visuali.

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Ma in questi capovolgimenti delle volte impariamo a leggere anche una bellezza nascosta che per molto tempo era rimasta nascosta alla nostra vista, e che in un capitombolo che ci è accaduto, d’un tratto ci è apparsa così evidente, così chiara, così struggente.

Negli occhi di chi soffre a volte c’è così tanta bellezza, o tanta disperazione. Da quegli occhi si capisce in che posto è stata piantata la loro croce. Un cristiano sa bene che più sale e più deve scendere nella realtà alla maniera di Cristo che

“si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8).

Fonte

Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura”.
Se credessimo davvero a queste parole del Vangelo di oggi non faremmo passare un solo giorno senza metterci in ascolto delle parole di Gesù. Infatti chi frequenta la Parola di Dio ha come frutto l’essere riempito sovrabbondantemente di Spirito. Invece noi preferiamo rimanere colmi dei nostri ragionamenti, delle nostre ansie, delle nostre emozioni, delle nostre contraddizioni, dei nostri rancori, delle nostre convinzioni e proprio per questo avvertiamo un peso sulle nostre spalle che rallenta la vita e ne prosciuga la gioia. […] Continua a leggere qui.


Autore: don Luigi Maria Epicoco
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