Conosciamo bene la sensazione che viene raccontata nel vangelo di questa domenica. E’ la sensazione del fallimento del aver faticato mettendo tutte le nostre energie e di non aver raccolto nulla.
E’ questo che sperimenta dietro al termine di questa notte, e al margine di questa notte incontra Gesù; è interessante che Dio lo incontriamo molto spesso al margine dei nostri fallimenti cioè nel momento in cui tocchiamo il fondo di tutte le nostre possibilità dopo che abbiamo sperimentato anche lo spreco di tutte le nostre energie, non abbiamo raccolto nulla, lì incontriamo Gesù quasi per caso perché il vangelo ci racconta una casualità.
Arriva lì, arriva sulla sponda di questo lago, ha bisogno di un posto dove parlare e usa le barche di questi uomini e poi li costringe bonariamente a riprendere in largo e a mettersi a pesca.
Loro che sono dei pescatori professionisti devono pescare sulla parola di costumi e forse questo è l’indicazione più importante che ci da il Vangelo di questa domenica cioè il ri fare le cose che sappiamo fare non poggiandoci sulle nostre prospettive sul nostro metodo, sulle nostre energie ma sulla sua parola.
Il cristiano è uno che fa le cose che sa fare ma sulla parola di Gesù, cioè rischia la propria vita rischia di provare di nuovo da capo la propria esistenza non credendo tanto ai fallimenti che ha accumulato ma un Dio che ti dice ogni mattina di svegliarti e di riprovare a vivere la tua esistenza.
E’ soltanto sulla parola di quest’uomo poi che viene raccolto tutto questo pesce, viene questo miracolo della sovrabbondanza, viene un miracolo della conversione anche di Pietro che si accorge del proprio limite per questo dice a Gesù abbi pietà di me ma non è un accorgersi del proprio limite che lo allontana da gesù, ma lo porta ai piedi di Gesù, abbraccia i piedi del Signore.
Il cristiano è uno che conosce benissimo quali sono i propri limiti ma una volta che ha la consapevolezza di se stesso questa cosa non lo frustra, questa cosa non lo allontana da Dio ma questa cosa lo avvicina di più al Signore.
Conoscere bene se stessi significa poi fidarsi di qualcuno che è più grande dei nostri limiti; ecco questa è la grande scommessa del Vangelo di questa domenica: credere di più alla parola di Dio che ai nostri fallimenti.
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QUINTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: La Sacra Bibbia
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