don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 10 Agosto 2021 – Gv 12, 24-26

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


Leggi il brano del Vangelo di † Gv 12, 24-26

Tutta la nostra vita sembra un continuo sforzo a cercare di rimanere vivi. Per amor proprio siamo disposti a sacrificare tutto. Ma non ci accorgiamo che questo atteggiamento che ci fa vivere ripiegati su se stessi ci condanna a una morte peggiore della morte stessa: rimanere soli:

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“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.

Molta parte della nostra vita la passiamo cercando di difenderci. Abbiamo paura di metterci in gioco, perché abbiamo paura di metterci in discussione, di perdere le certezze compatte che abbiano nella nostra testa. Ma è solo a partire da una simile perdita che potremmo vedere la nascita di qualcosa di nuovo.

Gesù ci invita continuamente a morire a noi stessi, ma non perché la morte sia una cosa bella ma semplicemente perché è l’unico modo per diventare davvero se stessi. Un seme è solo potenzialmente una spiga, ma solo quando muore lo diventa realmente. Ognuno di noi è potenzialmente felice, ma solo quando accetta di morire a se stesso lo può anche diventare realmente.

“Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna”.

Che è un po’ come dire che chi fissa sempre lo sguardo su se stesso non vede mai la strada e va a sbattere, ma chi sa guardare la strada arriva sempre da qualche parte e proprio per questo si ama veramente.

“Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà”.

In fondo non è difficile quello che ci dona Gesù: non cerchiamo forse tutti qualcuno che ci indichi la strada? Non abbiamo forse tutti bisogno di seguire le orme di qualcuno? Diversamente lasciati al caso molto spesso girovaghiamo senza mai arrivare veramente da nessuna parte. Ecco perché Gesù chiede di seguirlo: non per toglierci la libertà ma per renderla possibile. La vera libertà non è non essere in rapporto a nessuno, ma essere in rapporto con ciò che ci indica dove andare.