Gesù ha sempre una maniera efficace di coinvolgere i suoi ascoltatori attraverso il racconto delle parabole. L’errore che a volte noi facciamo è quello di pensare di essere solo degli spettatori che guardano la storia pronti a cavarne fuori solo una morale.
La verità però è un’altra: ogni parabola in realtà non solo parla a noi, ma parla di noi. Noi non siamo solo uno dei personaggi, ma siamo tutti i personaggi di quel racconto. In noi ci sono vari aspetti che Gesù mette in scena tirando in allo figure apparentemente diverse e contrastanti fra di loro, ma non è forse vero che tutti noi siamo abitati da atteggiamenti contrastanti?
Esattamente come il racconto della breve parabola di oggi:
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“«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?»”.
Il racconto è semplice: il secondo figlio dice di no, si ribella esplicitamente al Padre, ma ad un certo punto accade dentro di lui un cambiamento, un pentimento che gli cambia prospettiva e scelte. Il primo, invece, risponde subito di si. Egli sembra voler compiacere il padre, ma in fondo al cuore non ha nessuna voglia nemmeno lui di andare a lavorare nella vigna.
Infatti alla fine, pur avendo detto di si, non ci va. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Domanda Gesù. Ovviamente tutti rispondono prontamente il secondo. Ma Gesù non si accontenta della risposta esatta, svela invece le carte:
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“E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli”.
Essere religiosi può essere solo un’apparenza per compiacere Dio, ma ciò che conta è quello che scegliamo nel cuore al di là dell’apparenza.
ⓘ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
Saremo sorpassati! Rassegniamoci a questa verità di fondo che Gesù annuncia nella pagina del Vangelo di Matteo della XXVI domenica del tempo ordinario. Ma la cosa che forse potrebbe farci rimanere male sta in un dettaglio che non è di poco conto: chi ci sorpasserà in realtà è considerato da noi la feccia della società (ladri e prostitute). Gesù però non vuole fare di tutta l’erba un fascio o far passare l’idea che per essere amati bisogna essere i peggiori, ma vuole semplicemente dire che chi nella vita ha molto sbagliato non è più preoccupato di salvare la faccia, e proprio per questo è più disposto ad aprire il cuore. Non è sempre così, e va anche detto che ci sono brave persone che sanno aprire il cuore senza bisogno di toccare l’inferno con la propria vita, ma la sottolineatura di Gesù serve a sferzare quella mentalità sbagliata che molte volte alberga anche nei nostri ragionamenti in cui a parole e in apparenza diciamo delle cose, ma nel cuore e in sostanza ne facciamo altre. […] Continua a leggere qui.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 9, 43b-45
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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