La festa dei santi ci ricorda che la santità non è uno stato di beatitudine fuori dall’esperienza della vita, ma è una beatitudine nascosta al fondo di questa nostra vita.
E anche lì dove c’è pianto, mancanza, ingiustizia, cose che non vanno, lì è nascosta una gioia che la si può incontrare solo a patto che si smetta di desiderare solo di avere un’altra vita, e si comincia ad approfondire la propria.
Il male fa leva proprio sul desiderio di fuga, sulla convinzione che per essere felici bisognerebbe sbarazzarsi di ciò che siamo in questo momento, della nostra storia, del nostro esserci concretamente in questo mondo. Ci illude che la felicità esiste ma è altrove.
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I santi hanno scoperto invece che la felicità è qui ed ora, e che bisogna trovare solo la strada che ci porta ad accorgercene. Gesù è essenzialmente venuto al mondo per insegnarci questa strada. Quando ci chiede di seguirlo lo fa per insegnarci una via.
Abbracciare la propria croce e seguirlo non è l’elogio del masochismo, ma il segreto per venire fuori da molti vicoli ciechi. Ma per far questo bisogna innanzitutto fidarsi anche di ciò che non si vede immediatamente.
Infatti quando ad esempio si vive qualcosa di difficile la cosa che più salta all’occhio è la fatica, ma se ti fidi di Cristo alla fine scopri una misteriosa gioia nascosta lì dove pensavi esserci solo disgrazia. I santi sono i testimoni di questo segreto.
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ⓘ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
La festa di tutti i santi non è una grande festa patronale in cui si cerca di non far torto a nessuno accomunando in una medesima giornata il ricordo per tutti, ma è una di quelle feste che ci ricorda lo scopo vero di ogni battesimo che è appunto la santità. Si è cristiani non per essere semplicemente buoni ma per essere santi, e la differenza è radicale e ce lo insegna la pagina delle beatitudini che abbiamo letto nel Vangelo di oggi. Gesù dice che il punto di partenza della nostra gioia, della nostra beatitudine è il nostro pianto. Questo è in sintesi il vangelo. Ogni vera beatitudine ha un trampolino di lancio che è la realtà nuda e cruda che stiamo vivendo adesso. Credere non significa evadere, ma significa capire che ciò che ci inchioda, che ci fa soffrire, che ci toglie il sonno, che ci discrimina, che ci opprime, non possiamo fare finta che non esista. Esiste eccome! Ma non come qualcosa che ci condanna e basta, ma come qualcosa da cui partire. […] Continua a leggere qui.
Autore: don Luigi Maria Epicoco