don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 1 Marzo 2023

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La generazione che cerca un segno non è semplicemente la generazione contemporanea a Gesù, ma è anche la nostra nella misura in cui continuiamo a rimandare i grandi cambiamenti attendendo il “segnale” giusto.

Questo è innanzitutto vero nella vita personale di ciascuno di noi. Quasi mai siamo disposti a cambiare rotta anche quando constatiamo con chiarezza che siamo degli infelici e che viviamo una vita che sfiora la soglia della mediocrità. Preferiamo la nostra pigrizia, la nostra abitudine e rimandiamo l’inizio dei nostri cambiamenti a un “lunedì prossimo” come tutte le diete che non faremo mai.

Ma è vero anche a livello sociale, e comunitario. Eppure basterebbe semplicemente tornare ad aprire gli occhi, ad usare un minimo di buon senso e ad avere l’umiltà di lasciarci aiutare lì dove ci accorgiamo che la nostra libertà si è un po’ paralizzata. Delle volte ricominciare ad avere una vita spirituale coincide con il ricominciare ad usare la propria libertà muovendo battaglia alla nostra pigrizia.

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È un’omissione tremenda quella di cui molto spesso ci macchiamo. Non facciamo ciò che potremmo fare. Rinunciamo al possibile e chiediamo a Dio di compiere invece l’impossibile.

Ma un Dio tirato in ballo per compiere l’impossibile mentre noi non facciamo il possibile, è un Dio mescolato con la magia, con la fantasia, con la tragedia che ci verrà addosso quando ci accorgeremo che certe omissioni non sono mai senza conseguenze.

Fonte

NUOVO COMMENTO DA FAMIGLIA CRISTIANA

Il Vangelo di oggi inizia con una folla grande che si accalca attorno a Gesù. Potremmo dire che questo è un buon segno, ma in realtà basta leggere un po’ più avanti nei versetti successivi e renderci conto che quella folla è lì perché è incuriosita dai segni che Gesù compie e non dal suo messaggio. Molti confondono la fede con i fuochi d’artificio di fatti straordinari e stranezze varie che servono solo ad alimentare un atteggiamento religioso teatrale e superstizioso, mentre invece la vera fede è riconoscere in un uomo crocifisso il figlio di Dio. Questa verità è così scandalosa che tutti gli evangelisti descrivono la scena della morte di Gesù sottolineando che persino i suoi discepoli fuggirono tutti, ed è paradossale che sarà proprio un soldato pagano a riconoscere per primo il Figlio di Dio nella totale sconfitta di un uomo morto sulla Croce.


Commento al brano del Vangelo di: Lc 11,29-32
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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