“Gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò»”. Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò»”.
Sembra un miracolo di routine infatti non è la prima volta che Gesù compie un miracolo, ma la cosa sconvolgente del racconto non è tanto la guarigione ma la fede di chi domanda. In lui umiltà e fiducia diventano un binomio sconvolgente tanto da suscitare la meraviglia di Gesù:
“Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”.
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Infatti quest’uomo da una parte si sente indegno di far entrare Gesù nella sua casa, ma allo stesso tempo questa consapevolezza non gli impedisce di credere di essere esaudito. In noi c’è o la presunzione o l’umiltà che sfocia in frustrazione. Tutti dobbiamo avere sempre memoria della nostra miseria ma allo stesso tempo non dobbiamo pensare che quella miseria sia un impedimento alla potenza di Gesù. La giornata per Gesù però non è ancora finita anzi è appena iniziata:
“Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò”.
Vedere, toccare, guarire sembrano il controcanto al miracolo precedente in cui Gesù non ha visto, e non ha toccato ma ha ugualmente guarito. Guarire nel Vangelo significa sentirsi amati con questa cura. E quando trovi qualcuno che ti ama accorgendosi di te, di quello che stai soffrendo, di quello che stai vivendo, di quello che stai chiedendo, allora la guarigione è già compiuta perché la cosa peggiore di chi sta male non è il male che soffre e basta, ma non trovare nessuno disposto ad accoglierlo, ad ascoltarlo, a fargli spazio.
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Nell’esperienza della fede a volte si vede e si sperimenta la Grazia, altre volte tutto rimane nascosto ma la Grazia agisce ugualmente. Sapere che in maniera visibile o invisibile l’amore di Dio è con noi, ci consola molto.
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✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 8,5-17
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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