don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 1 Febbraio 2023

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Non sempre i posti a noi più familiari sono anche i più ideali. Il Vangelo di oggi ce ne dà un esempio riportando le chiacchiere degli stessi compaesani di Gesù:

“«Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui”.

E’ difficile far agire la Grazia davanti a un pregiudizio, perché esso è la superba convinzione di conoscere già, di sapere già, di non aspettarsi nulla se non ciò che si crede già di conoscere. Se si ragiona con il pregiudizio Dio non può fare molto, perché Dio non opera facendo cose diverse, ma suscitando cose nuove in quelle che sono le stesse cose di sempre della nostra vita.

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Se da una persona che hai accanto non ti aspetti più nulla (marito, moglie, figlio, amico, genitore, collega) e lo hai tombato in un pregiudizio, magari con tutte le ragioni giuste del mondo, Dio non può operare nessun cambiamento in lui perché tu hai deciso che non può esserci. Ti aspetti persone nuove ma non aspetti una novità nelle stesse persone di sempre.

“«Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità”.

Il Vangelo di oggi ci rivela che ciò che può fare da impedimento alla Grazia di Dio non è innanzitutto il male, ma l’atteggiamento di chiusura mentale con cui molto spesso guardiamo chi ci sta accanto. Solo deponendo il pregiudizio e le nostre convinzioni sugli altri allora potremmo vedere prodigi operati nel cuore e nelle vite di chi ci è accanto. Ma se noi siamo i primi a non crederci allora sarà difficile vederli veramente. In fondo Gesù è disposto sempre a fare miracoli ma a patto che si metta sul tavolo la fede, non gli “ormai” con cui molto spesso ragioniamo.

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C’è un momento nella vita di Gesù in cui anche chi con lui è stato per lungo tempo e magari lo ha visto anche crescere, è messo nella condizione di comprendere che egli non è semplicemente uno come gli altri, ma misteriosamente qualcosa di più. L’intuizione di questa diversità nasce dalla sua sapienza e dai segni che egli opera. Ma c’è una cosa che molto spesso preferiamo ai fatti, e sono i nostri pregiudizi. Facciamo sempre molta fatica ad abbandonare i nostri pregiudizi per accettare invece la realtà davanti ai nostri occhi, ma senza questa lealtà nel leggere i fatti, potremmo cadere nella trappola di passare la nostra vita chiusi nelle nostre convinzione perdendoci completamente la realtà. Gesù dimostra con i fatti che Egli è il Messia, ma i suoi compaesani si scandalizzano di lui: : “«Donde gli vengono queste cose? […]
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Commento al brano del Vangelo di: Mc 6, 1-6
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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