“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.
Tutti noi davanti alle parole lapidarie del Vangelo di oggi siamo chiamati a fare un esame di coscienza: stiamo facendo la volontà di Dio? Forse molti di noi nemmeno si pongono questo problema perché siamo educati fin da piccoli a fare la nostra volontà spacciandola per libertà.
Ma fare la volontà di Dio non è un modo per non fare la nostra, ma per compiere davvero ciò che ci compie, che ci realizza e che quindi in fondo vorremmo davvero anche noi per noi stessi, anche se molto spesso non lo sappiamo e pianifichiamo altro. Dire come Gesù “voglio fare la Tua volontà, o Padre, non la mia”, non significa che la mia volontà non conta, ma che quella del Padre è la versione giusta che io ancora non sono in grado di cogliere, di capire.
Ecco perché se tutte le mattine ci sforziamo di mettere in pratica quello che il Vangelo ci indica, non è perché siamo a corto di idee o di iniziativa, ma perché il Vangelo, quando vissuto, aiuta a rimanere in piedi anche quando piogge, tempeste e problemi vari si scagliano sulla nostra vita, sulle nostre idee, sui nostri progetti e ne svelano la fragilità di fondo.
Chi vive volendo fare la volontà di Dio e sforzandosi di viverla ogni giorno, allora non teme più la vita con le sue sorprese perché si realizza pienamente ciò che Gesù ci dice oggi:
“Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia”.
Fonte: nellaparola.it