“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. È sempre facile dire a parole di non avere paura, ma la paura non la si disfa a forza di parole ma attraverso la vertigine della fiducia. Essa infatti ha il potere di vincere ogni turbamento perché trova forza nello stringere la mano e affidarsi. “Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto”.
Gesù vuole quasi spiegare il motivo per cui “deve” andare. La sua partenza è funzionale a preparare un posto a noi, a preparare una strada, anzi a rendere possibile una strada. Senza il suo precederci non ci sarebbe nemmeno il nostro incedere.
“Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?»”.
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Tommaso fa sempre discorsi concreti e fa bene, perché tutti noi abbiamo bisogno di capire in concreto e non in astratto le cose che contano. Ma c’è un difetto nei suoi ragionamenti: la fede/fiducia.
C’è come sempre un retrogusto di paura, la paura che niente sia davvero vero dell’esperienza cristiana. Toccare non per fede ma per incredulità. Domandare non per sapere ma per paura di non rivedere più Gesù. Sembra quasi che Tommaso abbia qualche ferita d’abbandono e costantemente essa riemerge nel suo rapporto con Cristo. Vuole conferme. E Gesù gliele dà sempre.
“Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»”.
Che tradotto significa: “Stai tranquillo perché ci sono io, e questo per te è meglio di una direzione, di una strada, di una spiegazione, di una verità teorica, di una vita da solo”. Non ci sono altre strade. L’unica cura per uno che ha paura di essere abbandonato è abbandonarsi, cioè fidarsi. Gesù con la sua partenza ci mette di fronte il dramma dell’abbandono ma per guarirci.
È proprio nello spazio che si viene a creare con la sua assenza che può accadere l’incontro con ciò che tira fuori da ciascuno di noi la libertà necessaria. Chi ci ama sa anche fare un passo indietro per farci fare un passo in avanti.
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Commento al brano del Vangelo di: ✝ Gv 14,1-12
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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