Trovare il modo di contrapporre Gesù ai Romani era un buon stratagemma per ridurlo al silenzio. E se anche avesse preso le parti dei Romani inevitabilmente si sarebbe guadagnata l’antipatia della povera gente vessata dalla tassazione romana. Ecco perché il Vangelo di oggi è uno di quei brani dove più emerge l’originalità di Cristo:
“mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?»”.
Cosa può fare Gesù davanti a una situazione simile? Quello che fa la verità: chiarire una volta per tutte che Dio non è schierato con un partito, ma è schierato con l’uomo:
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“Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio»”.
Ecco la genialità di Cristo: per quanto i Romani possano risultare fastidiosi, oppressori e ingiusti, non si deve a loro la parte più essenziale di noi. Ai Romani gli si possono dare i soldi ma non ciò che conta, la propria coscienza, la libertà radicale che ognuno si porta addosso come immagine e somiglianza di Dio. Ognuno di noi ha i suoi Romani: una malattia, una situazione, un problema; ma ognuna di queste cose può prendersi molto ma non ciò che conta, perché ciò che conta è di Dio.
E questa è davvero una buona notizia, perché nelle situazioni di ingiustizia e oppressione che ciascuno vive, dobbiamo sempre ricordarci che rimaniamo radicalmente liberi anche quando ci sembra che ci viene tolto tutto. E davanti a una risposta del genere, anche i nemici rimangono a bocca aperta:
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“E rimasero ammirati di lui”.
La verità risolve sempre ogni contrapposizione.
ⓘ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
La predicazione di Gesù con il passare del tempo diventa fastidiosa per i potenti della sua epoca. Politici, dottori della legge, responsabili del culto cominciano a percepire Gesù come una minaccia. Non trovano nessun modo lecito per eliminarlo così usano una tecnica vecchia quanto il mondo: indurlo a mettersi contro il potere forte dell’epoca, cioè i Romani.
Infatti i Romani sono accondiscendenti su molte questioni, anche in materia religiosa, ma non transigono in quanto a denaro e tasse: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?».
Gesù sa molto bene che questa frase è pronunciata per metterlo in difficoltà, ma egli usa della malizia dei suoi interlocutori per dare una lezione immensa a tutti: “«Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda». [Continua a leggere qui]
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 12,13-17
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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