Non sembra affatto un Vangelo simpatico quello di oggi: prima la maledizione di un fico che fuori stagione naturalmente non ha frutti e poi il rovesciamento dei banchi dei cambiavalute. Perché Gesù agisce in questo modo? Forse rallentando il passo e guardando più dentro il racconto ci accorgeremo che ciò che sembra ovvio, naturale, giusto, visto da vicino forse non lo è fino in fondo.
Infatti la vita si presenta a noi con un susseguirsi di cose naturali, ovvie, ordinate, finché poi non ci si accorge che succedono cose non previste, cose non calcolate che mettono in subbuglio e in crisi ciò che pensavamo di conoscere e di aver capito. Io, ad esempio, penso che siccome ho quarant’anni, credo che sia più che naturale, ovvio e giusto che ne viva almeno altrettanti, e che quindi ho tutto il tempo di rimandare a domani il tempo dei frutti, delle cose concrete, di ciò che conta, e che per adesso posso vivere di foglie, di apparenza, di rimandi.
Ma se fosse esattamente questa sera il tempo in cui io devo chiudere questo viaggio della vita? Se non avrò il tempo di arrivare all’estate come quell’albero di fichi? Gesù sembra dirci che ciò che conta non può mai essere rimandato, e che l’unica cosa di prezioso che dobbiamo prendere sul serio è il presente e non i propositi “giusti” per il futuro.
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Qualunque cosa di decisivo deve essere preso nella mia vita devo giocarmelo nel presente e non nel futuro prossimo. Se ho deciso di fare una famiglia con una persona non devo aspettare il giorno del matrimonio per esserle fedele, ma devo vivere già da oggi con tutte le conseguenze della mia scelta, e così per ogni cosa della vita. Qui è il tempo opportuno, non dopo, e non domani. E se soprattutto se c’è una cosa che non va rimandata questo è il perdono:
“Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe”.
Sarebbe un bel miracolo da chiedere con fede quello di fare adesso ciò che conta.
ⓘ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
Una sensazione di ingiustizia sembra attraversare il racconto del Vangelo di Marco di oggi. Gesù se la prende prima con un fico e poi con i mercanti nel tempio. In entrambi i casi sembra esagerata la sua reazione e apparentemente senza uno scopo ben preciso. Infatti perché pretendere da un fico frutti quando non è la sua stagione? “La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti». E i discepoli l’udirono”. Avere foglie ma non avere frutti sta a significare che c’è apparenza ma non c’è sostanza, come molto volte capita nella nostra vita. Anche noi infatti pensiamo che un giorno dovremmo rendere conto della nostra vita, ma non certo oggi. Ma cosa ne sappiamo se avremo ancora tempo? […] Continua a leggere qui.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 11,11-26
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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