Catechesi di don Luigi Maria Epicoco
โChi cercate?โ โ Gv 1, 38
Il vangelo che abbiamo ascoltato questa sera inizia con un fatto molto strano. Un fatto strano che ha un nome e un cognome: questo fatto strano si chiama Giovanni Battista. E lo รจ perchรฉ Giovanni Battista esercitava una misteriosa attrattiva nei confronti delle persone. Tutte le persone che incrociavano Giovanni Battista si sentivano assolutamente attratte da lui, come una calamita. Allora uno dice โChe cosa mai di interessante dice Giovanni, finchรฉ tutta questa gente lo va a cercare, lo va a scovare nel desertoโ. Non era un uomo che andava a cercare lui le persone, ma erano le persone che cercavano lui. E piรน si allontanava nel deserto, per ritirarsi nel deserto, e piรน era costretto a fare un gesto molto semplice, far entrare la gente nellโacqua, battezzarla. Lui dirร โquestโacqua vi lava da qualcosa, ma non vi da quello che conta perchรฉ verrร uno dopo di me che non vi laverร con lโacqua, ma con il fuocoโ.
Ma che cosa dirร di cosรฌ interessante Giovanni Battista?
Se noi ci atteniamo al vangelo non cโรจ quasi niente di interessante, perchรฉ le cose che dice sono le cose che sentiamo costantemente ripetere dalle persone che ci vogliono bene. La predicazione di Giovanni Battista sembra la predicazione di una madre, di un padre o di qualcuno che tiene a noi: โComportati bene, cambia testa, convertiti, ravvediti, smetti di fare cose sbagliateโ. Cose che tutti noi sappiamo, cose che sentiamo costantemente ripeterci da tutte le persone intorno a noi. E allora, perchรฉ Giovanni Battista era cosรฌ attraente? Se non erano i suoi argomenti a essere il suo pezzo forte, sapete perchรฉ? Perchรฉ non era interessante quello che diceva Giovanni Battista, era interessante il fatto che era lui a dirlo, era lui la cosa piรน interessante. Perchรฉ Giovanni รจ un fatto strano, Giovanni nasce giร come qualcosa di strano. Nasce come un figlio inaspettato di una coppia sterile, che ormai non sperava piรน di avere un figlio. Nasce nella vecchiaia e sterilitร di Zaccaria e Elisabetta, e si porta addosso un destino che nemmeno i genitori riescono a comprendere ma lo accolgono con tutta la fedeltร e il mistero. Questo bambino fin dallโinizio รจ accolto. Quando nascerร , il padre muto non potrร dargli un nome. Allora tutti i parenti accorrono per dargli un nome, un nome che possa rientrare nella tradizione famigliare. Ma vi ricordate? Elisabetta si impunta: โSi chiamerร Giovanni!โ. I parenti non accettano tutto questo, finchรฉ il padre prende una tavoletta e scrive: โGiovanni รจ il suo nomeโ. Credo che sia una delle pagine del Vangelo piรน belle perchรฉ abbiamo la testimonianza di due santi, che non sono santi perchรฉ non hanno mai dubitato, Zaccaria รจ muto proprio perchรฉ ha dubitato. Sono Santi perchรฉ sono disposti ad accogliere tutto quello che non capiscono, sono disposti a fare spazio nella loro vita a questa parola che a volte ci atterrisce e al mistero. Accettano che Giovanni sia qualcosa di piรน grande dei loro ragionamenti. Accettano che Giovanni non sia solo il compimento della loro attesa, ma che il destino di questo bambino sia un destino molto piรน grande. Quando Zaccaria scrive โGiovanni รจ il suo nomeโ sta rispettando lโunicitร di questo figlio. ร un figlio unico, diverso, straordinario, strano. E Giovanni cresce come un ragazzo strano.
Ma la bella notizia di questa storia, del motivo per cui ho voluto iniziare fermandomi semplicemente su questo fatto strano di Giovanni credo che sia una indicazione per ciascuno di noi. Nessuno puรฒ capire qualcosa del Vangelo finchรฉ non parte dalla sua parte strana. Dalla sua parte misteriosa, da una parte che non รจ massificabile, da una parte che non si capisce, da una parte che la teologia definisce unicitร .
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ร interessante.
Passiamo la maggior parte della nostra vita a sentirci parte di qualcuno e di qualcosa. Passiamo la maggior parte della nostra vita cercando di non sentirci soli. Perรฒ poi a un certo punto ci rendiamo conto che per essere felici, dobbiamo essere diversi. Dobbiamo essere, noi stessi, dobbiamo scoprire chi siamo davvero. E che non basta essere quello che gli altri si aspettano da noi, non basta essere il compimento delle attese dei genitori, degli educatori, delle persone che abbiamo intorno. Cโรจ una parte strana di noi, misteriosa, che deve emergere. E finchรฉ non emerge cโรจ qualcosa di incompleto in noi. Qualcosa di simile succede anche nella vita di San Luigi. Lui cresce con addosso giร una storia scritta. Lui nasce e deve interpretare quello che gli altri hanno giร deciso di lui. Lui che รจ il primo figlio dei Gonzaga, lui deve ereditare quello che la famiglia per secoli e secoli ha costruito. Lui ha giร una storia scritta.
Ma a un certo punto Luigi si rende conto che non puรฒ piรน essere quello che gli altri hanno stabilito. Comincia a essere strano, a preoccupare i genitori, forse lโavranno fatto visitare anche da qualche medico per diversi motivi. Il primo perchรฉ sapete che nella sua vita a un certo punto cโer ala paura della peste, e allora lo allontanano, iniziano a mandarlo in giro per le forti. Ma dietro questo gesto cโera il tentativo del padre di allontanare la stranezza di questo figlio che faceva cose strane. Pregava, digiunava, si prendeva degli spazi di penitenza. Ma che problema poteva avere questo figlio? Quanto รจ strano Luigiโฆ
Vedete Luigi tentava di dire anche usando la propria fede, anche usando la gestualitร del suo essere Cristiano, che non poteva accontentarsi di essere semplicemente il compimento del sogno del padre. Che gli stava troppo stretta semplicemente lโarmatura del primo figlio, lui voleva essere qualcosa che nemmeno lui sapeva fino in fondo, ma che avvertiva dover cercare nel fondo di sรฉ stesso. ร cosรฌ che le persone diventano interessanti e tremendamente attraenti. Ti accorgi quando ti trovi davanti a persone uniche. Quando ti trovi davanti a persone come tutti gli altri, alla massa non cโรจ nessuna attrazione e queste persone che sono massa possono soltanto sedurci, comprare la nostra attenzione e farlo in tanti modi. Ma invece chi รจ pienamente sรฉ stesso, chi non ha paura di essere diverso, chi accetta di essere strano, chi vuole difendere con tutto sรฉ stesso il mistero del motivo per cui รจ venuto al mondo, in unโunica parola, chi impara a essere unicoโฆdiventa attraente. Questa รจ la storia di Giovanni. Giovanni non diceva nulla di interessante, era lui interessante. Per questo il suo gesto era carico di significato, perchรฉ tutti avvertivano che questa era una persona significativa, era una persona che indicava con tutta la sua vita. Giovanni รจ un indicativo, รจ un presente indicativo. La sua presenza indica qualcosa. Tutta la sua vita รจ un indicare qualcosa. Tutti cercano qualcosa e cercando lui indica qualcosโaltro.
Io credo che questo sia molto buono e dobbiamo ricordarcelo, perchรฉ in tempi come i nostri, in cui ci dicono che dobbiamo imparare di nuovo ad annunciare il vangelo, che dobbiamo imparare a essere segno di questo vangelo nel mondo. Il problema รจ che non dobbiamo essere ferrati su tutto quanto teologicamente la nostra fede dice, la teologia ci serve tantissimo, sapere la dottrina ci aiuta tano. Ma ciรฒ che ci rende interessanti agli occhi del mondo, ci rende attraenti, รจ quando a un certo punto la gente incontrando noi incontra qualcuno che ha deciso di essere sรฉ stesso. Uno che ha preso come misura la propria unicitร . Io credo che questa sia la prima forma di evangelizzazione nei confronti delle persone che abbiamo intorno. Il mondo ci vuole pecore e noi magari possiamo anche essere delle pecore, nere perรฒ. Dobbiamo essere profondamente noi stessi, e questo risveglierร a un certo punto unโattrazione nei confronti degli altri. Gli altri ci cercheranno non perchรฉ noi abbiamo delle risposte ma perchรฉ gli ricordiamo qualcosa che loro si sono persi per strada. Forse non รจ capitato cosรฌ anche a ciascuno di noi? Forse non รจ capitato anche a noi che ci ha colpito qualcuno che veramente aveva qualcosa che gli altri non avevano?
Solo cosรฌ riusciamo a capire questo brano del vangelo, che non ha nessuno argomento, se non dei verbi significativi: โGiovanni stava ancora lร con due dei suoi discepoli e fissando lo sguardo su Gesรน che passava disseโฆโ, โFissando lo sguardo su Gesรน che passavaโ, lo sguardo di Giovanniโฆ Come vedeva Giovanni? Perchรฉ รจ interessante il suo modo di guardare? I suoi discepoli ricevono da lui qualcosa semplicemente guardando come lui guarda. La cosa che li convince รจ lo sguardo di questa persona, la maniera che lui ha di guardare le cose. La maniera di guardare di Giovanni รจ la maniera di chi fissa ciรฒ che conta, lโessenziale. Sapete qual รจ la produzione di questa parola? ร la purezza. Ed รจ una di quelle caratteristiche che noi diamo sempre al nostro San Luigi. Solo che non confiniamo questa caratteristica solo a un lato, quello affettivo, e non ci accorgiamo che lo sguardo puro, la purezza, รจ la capacitร di saper guardare ciรฒ che conta. Immaginate che noi abbiamo decine, centinaia di pulsioni, sappiamo guardare in questo marasma di pulsioni ciรฒ che conta? Ci passano centinaia di pensieri, a volte belli, a volte tremendi, a volte sono pensieri angelici, a volte sono pensieri diabolici, in mezzo a questa folla di pensieri sappiamo fissare lo sguardo sullโunico pensiero che conta? In mezzo alla folla sappiamo accorgerci del dettaglio? Siamo capaci di questo dettaglio? Questa รจ la purezza, รจ la capacitร di tutta la nostra persona di saper puntare a ciรฒ che conta: esattamente come fa Giovanni. Nella folla delle persone intorno, o nella desolazione del deserto, si accorge di Gesรน dallโaltra parte, gli altri non se ne accorgono ma lui fissa lo sguardo su di lui. Questo vangelo ci sta dicendo: โNoi siamo capaci di fissare lo sguardo su ciรฒ conta? Siamo capaci di purezza? Siamo capaci come Luigi di sapere al di lร di tutto lโambaradam delle corti, di tutto quello che puรฒ essere il fumo del potere, tutto quello che la vita e il mondo puรฒ darti? Riesci ad accorgerti invece di ciรฒ che conta? Questa รจ la purezza. Ma tu non puoi fare niente di questo fuori di te, finchรฉ non sei capace di farlo dentro di te. Questa รจ una cosa bellissima che ci ha insegnato il Cristianesimo: tutto il mondo si puรฒ cambiare, mail mondo deve essere cambiato ha un unico punto di partenza, io. Io posso anche mettere mani al buio del mondo, se sono capace di mettere mani al buio che mi abita. Io posso dire una parola buona sul mondo se sono capace di prendere il bene che cโรจ dentro di me, di saper educarmi, di saper fare la fatica di scegliere ciรฒ che conta, di saper combattere per questo. Il Cristianesimo non รจ regressivo, anzi, il cristianesimo ci aiuta ad esprimere un potenziale, perchรฉ ci insegna ad usare questo potenziale. Luigi non รจ un frustrato che reprime dentro di sรฉ delle pulsioni, ma รจ lโunico forse, in quellโepoca in cui ciascuno era schiavo di qualunque cosa gli passava per la testa e per la pancia, sapeva scegliere. E questo lo rende strano agli occhi degli altri. ร strano perchรฉ รจ normale. Come oggi. Se tu sei normale, sei strano. ร vero che qualcuno che da vicino nessuno รจ normale. Ma รจ questa normalitร di questo sguardo, questa capacitร di saper guardare cosรฌ, โfissando lo sguardo su Gesรน che passava disse: ecco lโagnello di Dioโ. Prosegue il Vangelo โI suoi discepoli, sentendolo parlare cosรฌ seguirono Gesรนโ. Se la prima cosa su cui ci siamo fermati รจ lo sguardo di Giovanni, permettetemi di fermarmi su un altro verbo โsentendolo parlare cosรฌโ. Lโabbiamo detto prima. Cโรจ un fuoco al fondo delle parole di Giovanni. Alla fine dei discorsi di Giovanni se qualcuno magari domandava alla gente โche ha dettoโ, tutti potevano rispondere โnon lo so, ma sento che era vero!โ. Si sente il fuoco. Ma a noi forse non mancano parole cosรฌ, parole di fuoco, parole appassionate? Noi che siamo figli dellโilluminismo e siccome abbiamo chiari tutti i ragionamentiโฆ non sono i ragionamenti a muovere il mondo. Quella passione, il fuoco, e il fuoco si accende con il fuoco, il segreto di Giovanni sta in unโunica cosa: Giovanni crede in quello che dice, non lโha solo capito, ci crede! Ed รจ un interrogativo per ciascuno di noi, perchรฉ abbiamo chiare tante cose nella testa, ma la mia domanda questa sera รจ: โNoi ci crediamo a quello che abbiamo capito?โ Non basta capirloโฆ si sente subito se una persona vi sta dicendo una cosa semplicemente perchรฉ lโha capita, o perchรฉ ci crede. Le parole che lasciano il segno sono le parole in cui ci si crede, in cui si pone tutta la nostra fiducia. Penso che sia un lavoro di riconciliazione profonda dentro di noi. Se da una parte la purezza e la capacitร di sapere aggiustare il nostro sguardo, di saper fissare lo sguardo su ciรฒ che conta, la parola di Giovanni ci spinge a dire se le nostre parola sono riconciliate con noi, se ciรฒ che diciamo, se quello che spieghiamo, รจ degno di fede perchรฉ ci crediamo per primi. Sapete, molti di voi magari venite a messa la domenica ma uscendo fuori dalle nostre chiese la domenica, qualcuno vi dicesse โma tu credi veramente che Gesรน รจ risorto, รจ veramente risorto, che non รจ una storia simbolica che ci dice che la vita รจ una cosa bella, che continua da unโaltra parte, ma che รจ veramente risorto? Ma tu ci credi?โ non se lโhai capito, se ci credi. Io non posso rispondere a questa domanda, so soltanto che da questa domanda forse la nostra fede potrebbe diventare piรน credibile, e si avverte quanto รจ credibile. Perchรฉ รจ credibile quando diventa il fuoco delle parole di Giovanni. La gente scoppiava a piangere davanti a lui, decideva di cambiare vita, o faceva semplicemente quello che facevano questi discepoli: sentendolo parlare si misero a seguire Gesรน.
Vi ho raccontato tutta questa storia di Giovanni per dirvi che dietro a questโuomo non ci siamo solo noi, forse cโรจ lโimmagine piรน bella che cosโรจ la chiesa. La chiesa non รจ Cristo, la chiesa non รจ una risposta, la chiesa non รจ una meta, la chiesa dovrebbe semplicemente far venire voglia di Cristo, la chiesa dovrebbe farci venire voglia di metterci in cammino, la chiesa dovrebbe essere colei che ci educa ad avere uno sguardo cosรฌ, che ci trasmette una passione, parole cosรฌ parole che ci mettono in cammino, parole che ci costringono a cercarlo, non parole che fanno concluder ei nostri viaggi, che dicono โqui avete trovato quello che stavate cercandoโ. No, sono parole che iniziano dei percorsi che ci mettono in crisi, parole che ci tolgono dalle nostre paci apparenti, parole che ci tolgono la stabilitร dei nostri ragionamenti perchรฉ chi si mette in viaggio รจ sempre precario, ma non si arriva da nessuna parte se non si fa nessun viaggio.
Lโincontro con la chiesa per noi, non รจ lโincontro con quello che stiamo cercando, ma รจ la possibilitร di avere il desiderio di cercare questo qualcosa. Lโincontro con la chiesa non รจ lโincontro con la risposta ma con la possibilitร della domanda. Viviamo in un mondo in cui siamo quasi impauriti dalle domande, dove nessuno piรน invece ci dice โtu ti puoi permettere di avere una domandaโ. Questa รจ la chiesa, Giovanni non dice sono io il messia, sono io il Cristo, ma tutta la sua vita รจ dire ai suoi discepoli โvoi vi potete permettere di avere una domanda, vi potete permettere di cercare Gesรนโ. Quanto sarebbe bello se le nostre esperienze piccole o grandi che siano, i nostri momenti di preghiera, i nostri incontri, il nostro essere chiesa ci spingessero a seguirlo, a rimetterci in cammino, a far aumentare in maniera esponenziale le domande, con le fede di fondo che esiste una risposta. Ma questa risposta non ce lโabbiamo noi e non siamo noi, perchรฉ questa risposta รจ Cristo. E noi come Giovanni siamo relativi a lui, ma non siamo lui. Siamo indicativo, ma non siamo lui. Noi abbiamo sempre a che fare con Giovanni, abbiamo sempre a che fare con la chiesa, con chi ciรฒ ricorda ciรฒ che contaโฆ โsentendolo parlare cosรฌ cominciarono a seguirloโ. Se le nostre esperienze di chiesa, anche se sono perfette, anche se funzionano, che tutto รจ programmato se non ci spingono a seguirlo non servono. Sono esperienze di intrattenimento, ma questo non รจ la chiesa, perchรฉ la chiesa non trattiene e non intrattieneโฆla chiesa spinge, spinge fuori! La messa finisce con un verbo in levare, โandate in paceโ. Non dice โrestiamo qua tranquilli rimaniamo nella paceโ. Ogni tanto ci vuole qualcuno che ci dice โcalma!โ. NO! โANDATE IN PACE!โ. Quanto รจ bello che la chiesa italiana, anche attraverso la persona di Papa Francesco abbia pensato a questo percorso: fare a piedi ciรฒ che in realtร dovremmo fare dentro ciascuno di noi. Che cosa serve la chiesa se non semplicemente ad aiutarti a metterti in cammino, con la certezza che in questo cammino incontri Qualcuno. Anche in questo caso con un nome proprio. Perchรฉ avere fede non significa avere semplicemente avere fede in una qualunque risposta, in un senso alto dellโesistenza, in qualcosa che si nasconde al di la del cielo, per noi la risposta ha un nome e un cognome: รจ GESU! E sentite come accade questo incontro: โGesรน allora si voltรฒ, e vedendo che lo seguivano disse << Chi cercate? >> risposero << Rabbi, dove abiti?>>.
ร interessante questa cosa, tu incontri Cristo e dici โse io incontro Cristo ho incontrato la rispostaโ. Invece incontri Cristo e incontri uno che in una maniera fastidiosa di dice โChe vuoi? che cerchi?โ. Lโincontro della fede inizia con una consapevolezza di una felicitร che tutti stiamo cercando dentro di noi. Ma finche qualcuno non ti fa la domanda, finchรฉ qualcuno non te lo dice esplicitamente, tu non lo sai. Tu ti muovi quasi spinto inconsciamente da qualcosa, incontrare Cristo significa incontrare uno che dice โSi ma che vuoi? Che cosa stai cercando? Perchรฉ stai con questa ragazza? Perchรฉ vuoi fare una famiglia? Perchรฉ vuoi fare il prete? Perchรฉ vuoi fare il medico? Perchรฉ vuoi fare qualunque cosa? Perchรฉ ti svegli la mattina? CHE COSA STAI CERCANDO?
Voi sapete che la maggior parte della nostra vita cerchiamo di non farci questa domanda. Di vivere ma senza domandarci questa cosa, perchรฉ abbiamo paura della risposta. Forse abbiamo paura che non esista una risposta. E le persone ci servono per non pensare a questa domanda. Quella ragazza, quel ragazzo ci servono per non pensare a questa domanda. Una famiglia la faccio perchรฉ tutti fanno una famiglia, esattamente per non farmi questa domanda. Ma si puรฒ vivere cosรฌ? Nessuno puรฒ dire di avere incontrato Cristo finchรฉ non incontra qualcuno da amare e, incontrando qualcuno o qualcosa da fare, si sente trafitto da questa domanda โche cosa sto cercando veramente?โ.
Quando ci dicono che dobbiamo imparare a pregare, non ci stanno dicendo che dobbiamo imparare nuove parole, nuove formule, ma che dobbiamo imparare a darci il tempo di lasciarci trafiggere da questa domanda. Il tempo di sentire dentro di noi il dolore, la paura, la vertigine, e se non cโรจ una risposta, se niente ha un significato? Vi siete domandati perchรฉ ai tempi nostri abbiamo cosรฌ difficoltร a fare delle scelte? Perchรฉ abbiamo cosรฌ difficoltร a scegliere delle cose definite, o delle cose grandi? Cerchiamo sempre cose molto piccole e molto gestibili. Noi non siamo fatti per cose piccole e gestibili, non siamo fatti per accontentarci, noi siamo fatti per cose grandi, immense, per la felicitร . Io rifletto spesso che viviamo in un tempo in cui abbiamo paura di dire a una persona โti voglio amare per sempreโ e viviamo il tempo in cui ci tatuiamo il corpo con delle scritture indelebili. Che cosโรจ quel tatuaggio se non un grido? Un grido di un per sempre che a volte non riusciamo a scegliere con la nostra libertร , perciรฒ lo portiamo sul nostro corpo. Non voglio fare la morale a ciรฒ che facciamo, voglio semplicemente dire che รจ ineludibile questa domanda e noi troviamo diecimila modi per dire che abbiamo bisogno di cose grandi, di cose definitive, di cose che riempiano la nostra esistenza. Tu incontri Cristo, quando incontri questa crisi, non quando incontri qualcuno che ti dice โvieni qua che ti do un bellโabbraccioโ. Gesรน รจ esattamente uno che prima di darti un qualsiasi abbraccio di chiede โche cosa stai cercando?โ. Non รจ un rifugio, รจ un trampolino. Ed รจ molto bello che la risposta di questi discepoli non รจ una risposta da manuale e che loro abbiano trovato il modo di essere allโaltezza di questa domanda. <<Che cercate?>> e loro risposero <<Rabbi, dove abiti?>> che tradotto significa โsiamo stanchi delle parole, delle teorie, vogliamo lโesperienzaโ. Uno vi puรฒ spiegare in tutti i modi e con tutte le parole che cosโรจ lโamore, ma arriva un momento in cui tu vuoi essere amato e vuoi amare. Uno puรฒ partecipare a diecimila corsi sulla spiritualitร della coppia, ma a un certo punto vuole incontrare qualcuno. Uno puรฒ spiegarti come bisognerebbe far ei genitori, ma a un certo punto tu desideri dei figli. Noi abbiamo bisogno di fatti. E arriva un momento in cui dnetro di noi questo domandiamo al signore: non vogliamo piรน le parole, non vogliamo piรน le teorie, vogliamo un fatto, unโesperienza, non vogliamo piรน incontrarti come catechismo, come teoria, vogliamo incontrarti come esperienza. Non vogliamo incontrarti come trasmissione di valori, di idee, di comandamenti che sono tutte cose buone, ma non sono ancora Cristo! Io voglio capire cosa cโentri con me quando sono davanti al Santissimo e quando sono sotto alla doccia. Quando sono nei banchi di una chiesa e quando sono al supermercato. Io voglio capire cosa cโentri tu e cosa cโentra questa esperienza con tutto quello che faccio, non solo con una parte della nostra vita. Noi vogliamo sapere dove abiti, vogliamo dove ci dai una cosa che non abbiamo tu: la bellezza del quotidiano, non la noia della routine. Vogliamo la bellezza delle cose di ogni giorno. Dove la troviamo?
Ecco quando cerchiamo Cristo noi stiamo cercando uno che ci dia unโesperienza, ma dobbiamo essere disposti a questa esperienza. Per questo Gesรน a questa domanda risponde con unโindicazione precisa <<Venite e vedrete>>. Non dice << vedete e poi venite>>. Dice โVenite e vedreteโ. Non รจ uno che ti dice โora ti faccio vedere la fotografia del paesaggio che si vede sopra il Gran Sasso e poi saliโ รจ uno che ti dice โSali e vedi il panoramaโ Sei disposto a fare qualcosa? Se tu sei disposto a fare qualcosa, io ti prometto che vedrai. Ma noi vogliamo sempre uno che ci indica quello dovremmo vedere, e poi fare le cose. Questa รจ una cosa orribile. ร leggere i romanzi dallโultimo capitolo: dimmi come va a finire e poi vediamo se leggo il libro, dimmi come finisce il film e vediamo se vengo al cinema, dimmi qual รจ la fine di stagione del Trono di Spade poi vediamo se mi vedo 6/7 stagioni. Se uno fa qualcosa del genere con voi vi ha tolto il bello della vita. Ma paradossalmente noi non siamo piรน disposti di fare la fatica di fare un viaggio in noi. Ci accontentiamo che qualcun altro ci dica le cose. E pensiamo che ce le debba dire il papa, il vescovo, il papร , la mamma, i nostri professori, โgentilmente diteci come va a finire, poi vediamo se vogliamo fare questo viaggioโ. Ma questo non รจ il cammino della fede, non รจ il cristianesimo. Il cristianesimo รจ โvenite e vedreteโ. Venite e vedrete.
Pensate a Luigi, ma quando ha lasciato casa, quando ha rinunciato al suon nome, quando ha lasciato tutto, perchรฉ lo ha fatto? Tenete in mente questa domanda: perchรฉ lo ha fatto? Se tu lo guardi semplicemente con gli occhi del mondo, tu dici โquesto รจ pazzoโ. Ma Gesรน ci spiega questa pazzia, ce la spiega con due parabole. A un certo punto ci dice: โIl regno di Dio รจ come un uomo che trova un tesoro nascosto in un campoโ. Quando trova questo tesoro, lo seppellisce ancora, vende tutto quello che ha e compra quel campo. Il regno di Dio รจ simile a un uomo che cerca terre preziose. Quando ha trovato la terra preziosa vende tutto e compra la terra preziosa. Che cosa voglio dirvi con tutto questo usando le parabole che Gesรน ci ha raccontato? La vita vale la pena soltanto se tu sei disposto a rischiare qualcosa, se sei disposto al rischio, a dar via tutto per una cosa che capisci essere la piรน importante. Ma se tu trovi un tesoro nascosto, ma non vuoi lasciare gli altri campi e chiedi โcโรจ un modo per uso frutto di questo tesoro senza lasciare gli altri campi?โ NO! Ciรฒ che conta vale il rischio di perdere tutto il resto, e uno che ti guarda da fuori ti dice โquesto รจ pazzo a vendere tutto per un piccolo appezzamento di terra!โ. Ma questi che ne sanno del tesoro nascosto? Succede sempre tra i ragazzi quando a un certo punto uno si innamora seriamente di una ragazza e gli altri dicono โma questo รจ scemo, si รจ fatto intrappolare da una, potrebbe averne centroโ. Ma che ne sanno loro? Che cosa ne sanno di che cosโรจ veramente lโamore quando tu lโincontro? Che sei disposto a lasciare le altre migliaia di donne per quellโunica donnaโฆEd รจ cosรฌ per ogni ambito della nostra vita. ร stato cosรฌ anche nella vita di Luigi, quando ha capito che ciรฒ che contava non era lรฌโฆ e che uno puรฒ deporre la corona, puรฒ deporre i titoli, puรฒ cedere la primo genitura a un altro, puรฒ essere considerato matto dagli altri (e Santo dopo, dopo la morte, dopo), in quel momento essere un problema per la famiglia, per tutti, per i gesuiti stessi che lo devono accogliere: รจ troppo ingombrate il figlio dei Gonzaga. Ma come si fa a fermare una persona che ha trovato il tesoro nascosto nel campo? Ma voi ce lโavete il tesoro nascosto? Ce lโavete la terra preziosa? Questo vuole dirci la chiesa quando ci dice che ognuno di noi ha una vocazione. Non vi sta dicendo che dovete fare i preti o sposarviโฆvi sta semplicemente dicendo che la vita vale la pena per qualcosa che vi fa escludere tutto il resto, in una maniera matta, esagerata. Tutti abbiamo una vocazione. Lโavete trovata? O avete trovato un compromesso? O state cercando un compromesso?
Vedete che percorso ci fa fare questo vangelo? Tu pensavi di trovare risposte, certezze, rassicurazioni e invece trovi domande, crisi, cammini, tesori per cui fare investimenti, sguardi da cambiare, parole da ritrovare, vite in cui si sceglie. Luigi lasciรฒ tutto per il meglio. Qual รจ il nostro meglio? Nessuno puรฒ rispondere a questa domanda, se non ciascuno vivendo la propria vita e accorgendosi di ciรฒ che sta accadendo dentro la propria vita. E poi tutto arriva al clou di questo vangelo, che puรฒ sembrare semplicemente una annotazione marginale, come la maggior parte dei racconti del vangelo, sono fatti di dettagli che tu diresti โsono di riempimentoโ. Nel vangelo nulla รจ di riempimentoโ. E questo brano finisce cosรฌ: โUno dei due che aveva udito le parole di Giovanni era Andrea, fratello di Simon Pietroโ. Ricordatevi che ci troviamo allโinizio del vangelo di Giovanni e questa annotazione ci sta dicendo che tutto quel caos che scoppierร da quel momento in poi nasce quel pomeriggio alle 4, e nasce a un certo punto perchรฉ due persone incontrano Lui, che in realtร sono fratelli di altre due persone a cui loro parleranno, e che loro a loro volta si intrecceranno in amicizie, rapporti, in una serie di eventi che sembrano fortuiti e casuali ma che a un certo punto ci accorgiamo essere la chiesa. Sapete come agisce lo spirito per farci essere qui dopo duemila anni? Se noi siamo qui questa sera รจ per questo pomeriggio, per un intreccio misterioso di amicizie, conoscenze e passaparola. Questo รจ il miracolo che ci ha donato Cristo: che le nostre amicizie possono legare qualcosa di immenso, il Vangelo! Fargli attraversare tutta la storia, la parola buona, il tuo sorriso, il tuo messaggio, il tuo sms, la tua iniziativa non รจ qualcosa di banale, quando la leggi in questโottica. Anche tu hai un fratello, un amico, un qualcuno, un conoscente, uno che incontriโฆDovremmo di nuovo tornare a guardare con occhi nuovi che cosโรจ questa chiesa, se non un intreccio di umanitร , dove non esiste il caso, ma la provvidenza, che attraversa la nostra libertร , che ci provoca, che domanda il nostro si, che domanda a ciascuno di noi di essere unici, irripetibili, che ci domanda di non essere Giovanni Battista, di non essere Luigi Gonzaga. Questo รจ un errore immenso: pensare che essere santi significa essere come Luigi. Luigi รจ stato come Luigi. Noi possiamo imitarlo se ciascuno di noi prende sul serio sรฉ stesso, il mistero di sรฉ stesso.
Vorrei concludere forse con lo stesso mistero che cโรจ davanti allโorizzonte degli occhi di Luigi. Lascia la sua famiglia, pensa di aver trovato la sua strada, va a Roma, comincia il suo nuovo Noviziato, tornerร in famiglia per risolvere alcuni problemi, torna a Roma, prende ancora piรน seriamente la sua strada, il suo cammino, sogna di diventare prete, magari missionario, di aiutare, di annunciare, di soccorrere, di essere un segno di consolazione, uno che da completamente la vita per Cristo. Si ritrova invece in una Roma che รจ attraversata dalla peste. La peste apparentemente non ha niente di Teologico, non ha niente di romantico. La gente muore, a migliaia muoiono, ricchi e poveri. Luigi รจ li. Cerca di fare la tua parte, e continua a sognare qualcosa per la sua vita. Non certo di diventare papa, cardinale o vescovo, ma semplicemente di servire il Signore con tutta la sua vita. Ma non si immagina come sarร . Poi un giorno, un mattino, incrocia un moribondoโฆchissร quanti moribondi a Roma in quel periodo. Gli chiede di fare qualcosa di incosciente, di caricarselo sulle spalle, di portarlo al loro ospedaletto. Poche ore dopo quel moribondo sarร morto. A lui comincia a venire la febbre, la febbre alta. I suoi confratelli capiscono che ha avuto un contagio, della stessa malattia. E ora? Che ne sarร di quei sogni? Che ne sarร di tutto quello mi ero immaginato? La notizia arriva anche alla sua famiglia. E noi sappiamo, dallโultima lettera che Luigi scrive alla Madre, che pensava di aver capito tutto, cioรจ che non aveva capito niente. E che il Signore lโaveva stupito. Lui si immaginava una vita spesa per chissร quanti anni nel nome del Signore e invece si accorge che a 23 anni il signore lโha portato giร nel porto, alla fine di un percorso. Il Signore lo fissa negli occhi attraverso questa malattia e gli dice โLuigi tu mi ami? Sei disposto a morire per me?โ Luigi aveva scampata piรน volte nella sua vita le malattie, aveva rischiato piรน volte di morire. Questa volta no. Non cโรจ scampo per Luigi. E il suo si รจ quello che ce lo fa ricordare fino ad oggi.
Vorrei lasciarvi esattamente con il si di Luigi, che ci dice unโunica cosa: โChe cercate?โ ci ha detto il Signore nel vangelo di oggi. E noi vorremmo dirgli: โSignore cerchiamo un motivo, un solo motivo per cui dare la vita, per cui morire. Dacci un motivo per cui morire e avremo dato un senso a tutta la nostra vitaโ.
Catechesi in occasione del 450ยฐ anniversario della nascita di San Luigi
Basilica di San Luigi, Castiglione delle Stiviere (Mantova), Giovedรฌ 28 giugno 2018