Don Luigi Ciotti: La speranza non รจ in vendita

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“Finchรฉ c’รจ vita c’รจ speranza”. Il detto รจ molto antico ma vero solo per metร . Non basta infatti essere vivi, per sperare: bisogna anche credere nella giustizia e impegnarsi a costruirla. Non รจ sufficiente indignarsi, riempire le piazze, esibire mani pulite, un profilo morale trasparente. L’etica individuale รจ la base di tutto, la premessa per non perdere la stima di sรฉ. Ma per fermare il mercato delle “false” speranze bisogna trasformare la denuncia dell’ingiustizia in impegno per costruire giustizia. Questi i grandi temi che scandiscono i capitoli del libro, nei quali Don Luigi Ciotti invita a scommettere di nuovo sulle ragioni dell’impegno: Diseguaglianze, Migranti, Solidarietร  e Diritti, Democrazia, Costituzione, Mafie e Chiese che “interferiscono”, Legalitร , Educazione e Responsabilitร , Speranza. Con la concretezza che viene dal grande lavoro nel sociale, questo libro di Don Ciotti, fondatore di “Gruppo Abele” e” Libera”, offre le ragioni per reagire al decadimento politico e culturale; un invito puntuale e incalzante per la mobilitazione di tutti.

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Finchรฉ cโ€™รจ vita cโ€™รจ speranza. Il detto รจ molto antico ma vero solo per metร . Non basta infatti essere vivi, per sperare: bisogna anche credere nella giustizia e impegnarsi a costruirla. Non cโ€™รจ speranza, senza speranza di giustizia. In un mondo dโ€™ingiustizie sempre piรน intollerabili, la speranza rischia di diventare un bene alla portata di pochi.ย Vogliamo dire no a questa โ€œfalsaโ€ speranza, esclusiva, fondata sulla disperazione degli esclusi.ย Ma soprattutto vogliamoย esortare a costruire la speranza vera, la speranza di tutti.ย รˆ un compito che richiede molto impegno. Non รจ sufficiente indignarsi, riempire le piazze, esibire mani pulite, un profilo morale trasparente. Lโ€™etica individualeย รจ la base di tutto, la premessa per non perdere la stima di sรฉ. Ma per fermare il mercato delle โ€œfalseโ€ speranze bisogna trasformare la denuncia dellโ€™ingiustizia in impegno per costruire giustizia. Quarantacinque anni di faccia a faccia con le persone mi hanno insegnato che la strada dellโ€™impegno รจ scandita da tre parole:ย corresponsabilitร , continuitร ,ย condivisione.

Corresponsabilitร  รจ vivere in modo generoso il proprio ruolo di cittadini. รˆ sapere che le ingiustizie poggiano su complicitร  e silenzi, ma si avvantaggiano anche degli ostacoli di una legalitร  formale, scritta piรน nei codici che nelle coscienze. I codici sono importanti, soprattutto se garantiscono il bene collettivo. Maย coscienze piรน inquiete, piรน coinvolte, piรน aperte al dubbio e alla ricerca di veritร , non avrebbero permesso alla nostra democrazia di ammalarsi.

Continuitร  รจ trasformare lโ€™indignazione passeggera in sentimento stabile,ย in motivazione che nutre lโ€™azione e si lascia nutrire dallโ€™azione. Quanti indignati di ieri sono i rassegnati, o peggio, i cinici di oggi? La denuncia รจ certo necessaria, ma acquisisce pieno valore soltanto quando รจ seguita da una proposta e dallโ€™impegno nel portarla avanti.
Condivisione รจ sapere che da soli non andiamo da nessuna parte, ma nemmeno illuderci che da qualche parte possano andare i movimenti, i gruppi, le associazioni che si affidano ciecamente alle scelte dei propri leader.ย Il โ€œnoiโ€ cambia soltanto se esclude la delega. Non possiamo guarire dallโ€™individualismo che ha minato le basi della nostra convivenza senza assumerci ciascuno la propria parte di responsabilitร .
Lโ€™individualismo ha minato la politica: in molti dicono di volere un cambiamento, salvo poi spendere piรน energie nellโ€™affermare se stessi che nellโ€™impegnarsi a costruirlo. La politica non รจ un gioco di specchi narcisistici. La politica nasce quando la preoccupazione per la propria vita individuale รจ sostituita dallโ€™attenzione per il bene comune.
Etica e democrazia, Costituzione e legalitร , immigrazione e sicurezza, crisi economica e vuoto dei diritti, mafie e disoccupazione, educazione e cultura.
Saranno questi i percorsi della nostra riflessione. Abbiamo cercato di non cadere inย due โ€œpeccatiโ€ del sapere.ย Il primo รจ laย superficialitร , lโ€™occuparsi dei problemi perchรฉ fanno โ€œnotiziaโ€, fanno โ€œtendenzaโ€.ย Il secondo รจ ilย tecnicismo,ย quel parlare oscuro, per iniziati, che โ€“ come ci ha insegnato Primo Levi โ€“ รจย una delle forme piรน subdole di potere. Peccati che generano parole vuote o troppo specifiche, incapaci dunque di far capire e di far immaginare, cioรจ di suscitare speranza.
Ho scritto, non a caso, ยซabbiamo cercatoยป. Come per tutte le cose e le riflessioni fatte in questi anni, dietro a questo piccolo libro cโ€™รจ un lavoro collettivo di cui qua e lร  si trovano tracce anche testuali. Dal Gruppo Abele a Libera, sono debitore ai tanti amici e collaboratori che hanno compiuto insieme a me questo ormai lungo cammino, nella convinzione che obiettivi grandi o piccoli si possano raggiungere solo nella corresponsabilitร , nella continuitร , nella condivisione. Tra questi amici ringrazio, in particolare,ย Fabio Anibaldi senza il cui aiuto nella stesura del testo questo libro non avrebbe visto la luce. La mia firma รจ allora solo un segno, inadeguato, per rappresentare questo impegno comune.

d. Luigi Ciotti