Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto!
Siamo ormai al termine del viaggio di Gesù a Gerusalemme e, prima di arrivare nella Città santa, il Maestro attraversa Gerico: qui abita un uomo di nome Zaccheo, che si è arricchito in modo disonesto grazie al suo mestiere di capo dei pubblicani. Questo peccatore pubblico ha nel cuore un profondo desiderio di conoscere Gesù, come mostra il suo comportamento e, senza paura di essere ridicolizzato, poiché è di bassa statura, sale su un albero di sicomoro per poter superare l’ostacolo della folla e scorgerlo mentre passa.
Ed ecco, scrive l’evangelista, che «Gesù, quando giunse sul luogo, alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”». Zaccheo, meravigliato che Gesù possa incontrare lui, un pubblico peccatore, «scese in fretta e lo accolse pieno di gioia». Facciamo attenzione a quel «in fretta». Le chiamate del Signore non ammettono indugi, ritardi. Si deve rispondere prontamente e con gioia alla chiamata di Gesù come ha fatto Zaccheo, come fece Matteo (cf Lc 5, 27-32). Noi, purtroppo, molto spesso, non accogliamo l’invito di Gesù e ci comportiamo come quel notabile ricco, che: «udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco» (cf Lc 18, 23).
Gesù, dunque, va a casa di quest’uomo e, coloro che non sopportavano che egli si rivolgesse ai peccatori manifesti, lo condannano. Luca, infatti, scrive: «vedendo ciò, tutti mormoravano: “È entrato in casa di un peccatore!”». Anche noi, spesso, condanniamo le persone giudicandole e mormorandole. Ma chi siamo noi per giudicare? Noi guardiamo la pagliuzza che è nell’occhio del nostro fratello e non vediamo la trave che è nel nostro occhio (cf Lc 6, 41). Impariamo e sforziamoci a non giudicare «perché il giudizio appartiene a Dio» (cf Dt 1, 17). Dio ama ciascuno di noi perché siamo suoi figli. Il brano della Sapienza, nella prima lettura, ci ricorda questo amore di Dio che «ha compassione di tutti», perché egli è «amante della vita».
Zaccheo si sente amato, cambiato, a lui non interessa ciò che la gente dice. Infatti, annota l’evangelista, che «alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”». Zaccheo mostra che l’incontro con Gesù ha causato in lui la conversione: si impegna, infatti, a compiere un gesto concretissimo che riguarda proprio le sue ricchezze, per le quali si era smarrito nel peccato! Tutto ciò a cui aveva dato importanza fino ad allora perde di significato, non può più essere inteso come valore, né tanto meno come scopo della sua vita. Ecco allora la sua decisione di condividere con i poveri i propri beni e di risarcire le persone frodate, al di là delle prescrizioni della legge.
Gesù commenta queste parole con un’affermazione straordinaria: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo». Egli sa vedere un uomo e un figlio di Abramo dove gli altri vedono solo un peccatore, e a quest’uomo offre la salvezza che coinvolge non soltanto lui, ma tutta la sua casa. Gesù, quindi, ci ricorda la sua missione fondamentale, prima di andare incontro alla morte: «Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Come è entrata quel giorno nella casa di Zaccheo, così la salvezza portata dal Signore può entrare ogni giorno nelle nostre case. Per accoglierla dobbiamo confessare con cuore sincero: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io» (cf 1Tm 1, 15).
Letture della
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
Dal libro della Sapienza
Sap 11,22 – 12,2
Signore, tutto il mondo, infatti, davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)
R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre. R.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
Seconda Lettura
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 1,11 – 2,2
Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
Parola di Dio
Vangelo
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore