Don Lucio DโAbbraccio
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Le mie pecore ascoltano la mia voce
La liturgia di questa quarta domenica di Pasqua รจ dominata dalla figura di Gesรน, Pastore buono. Per comprendere la figura del pastore, oggi purtroppo non piรน abituale per noi, dobbiamo fare riferimento alla vita palestinese del tempo di Gesรน: lโovile era un grande recinto, delimitato da sassi accatastati senza calce. Alla sera i pastori, tornando dai vari pascoli, accompagnavano le proprie pecore allโovile e, durante la notte, vegliavano per difenderle dai lupi e dai ladri. Al mattino una scena commovente: ciascun pastore entrava nel recinto e chiamava le proprie pecore ed esse seguivano il proprio pastore, perchรฉ conoscevano il timbro della sua voce o il segnale del suo richiamo.
Proprio questa scena fa esclamare a Gesรน: ยซLe mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguonoยป. Il Signore con questa affermazione sottolinea il rapporto reciproco tra lui e le singole pecore del suo gregge. Notiamo che Gesรน prende il pastore come immagine della sua missione: eppure i pastori erano considerati una categoria abietta. Ma davanti a Dio non esistono categorie abiette perchรฉ lโOnnipotente ama tutti noi che siamo suoi figli. Anche quando sbagliamo Dio ci ama e ci amerร sempre perchรฉ lui รจ Amore infinito.
Ascoltare la voce del Signore significa, dunque, affidarsi a lui e seguirlo con fiducia e sicurezza, dovunque ci conduca. Viene subito da chiedersi: come รจ possibile conoscere la voce di Gesรน? ร possibile riconoscere la voce del Signore solo se vinciamo il nostro egoismo. Se non ci convertiamo e non chiediamo perdono a Dio delle nostre colpe, non riconosceremo mai la voce di Gesรน. Chi si preoccupa solo di accumulare tesori materiali non potrร mai sentire la voce del Signore; chi si preoccupa solo di se stesso non potrร mai seguire il buon Pastore, perchรฉ il superbo, lโegoista, lโorgoglioso hanno il cuore chiuso allโamore misericordioso del Signore. Sorgono spontanee delle domande: noi ascoltiamo la voce di Cristo? Siamo disposti a seguirlo incondizionatamente? Siamo disponibili ad annunciare la parola del Signore non solo a parole ma soprattutto con la testimonianza della nostra vita?
Gesรน obbedendo al Padre ha dato la vita per le pecore, morendo in croce, in modo che esse abbiano la vita eterna e non siano strappate dalla sua mano e non vadano mai perdute: ยซIo do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperร dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, รจ piรน grande di tutti e nessuno puรฒ strapparle dalla mano del Padreยป. Le parole di Gesรน dette ai Giudei nel tempio di Gerusalemme, nei giorni in cui si celebra la festa di Hanukkah o della Dedicazione (questa festa rappresentava per gli ebrei una ricorrenza di orgoglio nazionale, perchรฉ ricordavano la ri-santificazione del tempio che era stato profanato da Antioco IV Epifane e ciรฒ esprimeva la certezza del popolo che Dio era con loro e per loro), non furono comprese e accolte perchรฉ essi erano convinti di essere loro il popolo di Dio e non accettavano ciรฒ che Gesรน diceva anzi, ritenevano una bestemmia ciรฒ che aveva detto. Perchรฉ questo atteggiamento di ostilitร ? Perchรฉ il loro cuore era chiuso alla conversione ed erano ostinati a restare nelle tenebre anzichรฉ accogliere la luce.
Purtroppo stiamo vivendo in tempi difficili, tanti di noi hanno lโimpressione di essere sballottati nella tempesta, senza che nessuno possa intervenire e salvarci. Una tempesta che sconvolge non solo la vita sociale, ma anche, e non di meno, quella ecclesiale. Perรฒ Gesรน ci incoraggia e ci dice: ยซIo e il Padre siamo una cosa solaยป. Ciรฒ significa che lui รจ il Messia, il Figlio di Dio, la potenza di Dio che si รจ fatta visibile, รจ lโamore di Dio che cammina per le strade di questo mondo tormentato, e soffre con chi soffre, e si sente umiliato e sbeffeggiato a causa di chi si dice cristiano e non lo รจ, e soprattutto a causa di chi รจ suo ministro e invece serve se stesso e quindi lโavversario.
Oggi, domenica del buon Pastore, la Chiesa ci invita a pregare per le vocazioni. Ci lamentiamo delle poche vocazioni. Purtroppo mancano le vocazioni perchรฉ tra i tanti rumori del mondo รจ sempre piรน difficile ascoltare la voce di Gesรน che parla alla sua Chiesa e a ciascuno di noi. I giovani di oggi vivono nel benessere e seguendo le mode del momento assumono stili di vita mondani, lontanissimi dalla logica del Vangelo. La colpa, perรฒ, รจ anche nostra perchรฉ anzichรฉ dare un buon esempio ai giovani li scandalizziamo con i nostri comportamenti. Invece di accoglierli, molte volte li respingiamo, con molto garbo, facendo loro capire che in parrocchia si รจ sempre fatto cosรฌ; ognuno ha il suo ruolo, e non vi รจ spazio per gli altri e per le novitร . Non siamo disposti ad ascoltarli perchรฉ non abbiamo tempo. Chiediamo perdono al Signore e impariamo che il comando non significa potere, ma servizio.
Papa Francesco nel Regina Coeli del 21-4-2013 ha detto: ยซLe vocazioni nascono nella preghiera e dalla preghiera; e solo nella preghiera possono perseverare e portare frutto. Dietro e prima di ogni vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata, cโรจ sempre la preghiera forte e intensa di qualcuno: di una nonna, di un nonno, di una madre, di un padre, di una comunitร . Invochiamo lโintercessione di Maria, nostra Madre, che รจ la Donna del โsรฌโ, affinchรฉ ci aiuti a conoscere sempre meglio la voce di Gesรน e a seguirla per camminare nella via della vitaยป.