Siamo luce solo se ascoltiamo e mettiamo in pratica la Parola del Signore!
In questa domenica la liturgia celebra la festa della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Matteo, infatti, riferisce che «Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte» e, mentre pregava, «il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce». Mentre avveniva questa Trasfigurazione «apparvero Mosè ed Elia, che conversavano con lui».
A questo punto, Pietro, alla vista di Mosè, che era vissuto 1200 anni prima di lui, e di Elia, che era venuto otto secoli prima, disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè, una per Elia». Non aveva ancora terminato di parlare, quando una nube luminosa li avvolse. Di questo straordinario evento, la Trasfigurazione, Pietro, Giacomo e Giovanni furono testimoni. Nella seconda lettura abbiamo infatti ascoltato: «Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza».
Ebbene, su questo mistero di luce la liturgia ci invita oggi a concentrare il nostro sguardo. Sul volto trasfigurato di Gesù brilla un raggio della luce divina che Egli custodiva nel suo intimo. Questa stessa luce sfolgorerà sul volto di Cristo nel giorno della Risurrezione. In questo senso la Trasfigurazione appare come un anticipo del mistero pasquale. È Gesù il volto santo di Dio, quella Bellezza del Mistero divino che illumina il mondo e si manifesta a noi oggi come lo splendore della Verità, lo scintillio della Gloria divina.
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Egli è il Prediletto, l’Amato del Padre, l’Unigenito, il nuovo Mosè, che realizza in pienezza la Legge e i Profeti. La Trasfigurazione di Gesù al monte Tabor è la manifestazione del Messia crocifisso e risorto e la sua risurrezione ha debellato per sempre il potere delle tenebre del male. Con Cristo risorto trionfano la verità e l’amore sulla menzogna e il peccato. In Lui la luce di Dio illumina ormai definitivamente la vita degli uomini e il percorso della storia: «Io sono la luce del mondo. Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (cf Gv 8,12).
Quanto abbiamo bisogno, anche in questo nostro tempo, di emergere dalle tenebre del male, per sperimentare la gioia dei figli della luce! Soltanto sul volto di coloro che ascoltano il Cristo e si lasciano rinnovare dalla sua Parola può ormai riflettersi il volto eterno del Dio vivente. Se è vero che con Gesù possiamo finalmente «vedere», «contemplare», il volto dell’Eterno, è altrettanto vero che permane l’invito ad «ascoltare» la voce del Signore e a praticare i suoi sentieri. Il «vedere» viene dopo l’«ascolto» obbediente della Parola.
I tre discepoli sono stati condotti da Gesù verso il monte Tabor. Orbene, questa loro ascesa verso il monte ci induce a riflettere sull’importanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso l’alto e contemplare Gesù. Si tratta di disporci all’ascolto attento e orante del Cristo, il Figlio amato del Padre, ricercando momenti di preghiera che permettono l’accoglienza docile e gioiosa della Parola di Dio.
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In questa ascesa spirituale, in questo distacco dalle cose mondane, siamo chiamati a riscoprire il silenzio pacificante e rigenerante della meditazione del Vangelo, della lettura della Bibbia, che conduce verso una meta ricca di bellezza, di splendore e di gioia. E quando noi ci mettiamo con la Bibbia in mano, in silenzio, è allora che cominciamo a sentire questa bellezza interiore, questa gioia che genera la Parola di Dio in noi.
A tal proposito poniamoci delle domande: Siamo in ascolto del Signore che parla? Ci lasciamo illuminare dalla sua Parola? Invochiamo lo Spirito Santo che è luce sul nostro cammino?
Al termine dell’esperienza mirabile della Trasfigurazione, i discepoli scesero dal monte con occhi e cuore trasfigurati dall’incontro con il Signore. È il percorso che possiamo compiere anche noi. La riscoperta sempre più viva di Gesù non è fine a se stessa, ma ci induce a «scendere dal monte», ricaricati della forza dello Spirto divino, per decidere nuovi passi di conversione e per testimoniare costantemente la carità, come legge di vita quotidiana. Trasformati dalla presenza di Cristo e dall’ardore della sua parola, saremo segno concreto dell’amore vivificante di Dio per tutti i nostri fratelli, specialmente per chi soffre, per quanti si trovano nella solitudine e nell’abbandono, per gli ammalati e per la moltitudine di uomini e di donne che, in diverse parti del mondo, sono umiliati dall’ingiustizia, dalla prepotenza e dalla violenza.
Nella Trasfigurazione, inoltre, si ode la voce del Padre celeste che dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato. Ascoltatelo!». Ci ottenga questo dono Maria, Vergine dell’ascolto, sempre pronta ad accogliere e custodire nel cuore ogni parola del Figlio divino (cf Lc 1,51). Voglia la nostra Madre e Madre di Dio aiutarci ad entrare in sintonia con la Parola di Dio, così che Cristo diventi luce e guida di tutta la nostra vita. Amen!
Don Lucio D’Abbraccio
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