don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2023

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Ascoltiamo la voce del Signore!

La vita di Cristo è stata un cammino verso Gerusalemme, dove lo aspettava la croce. Anche la nostra vita, segnata dalla malattia e dall’attesa di una morte certa, rassomiglia alla vita di Gesù: anche noi siamo incamminati verso la Gerusalemme celeste. Molti, quando sentono parlare della morte, si bloccano; altri, invece, cadono nel pessimismo; altri ancora pensano che non pensando alla morte si riesca a vivere felici. Purtroppo non è così; perché «la morte è comune eredità di tutti gli uomini». Però Gesù ci invita a non aver paura e ci esorta ad avere fiducia in lui.

Nel brano biblico che la liturgia ci ha proposto, abbiamo letto che «Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte». È da notare che Gesù sceglie solo tre apostoli, quegli stessi apostoli che saranno con lui nell’orto del Getsemani, alla vigilia della passione (cf Mt 26, 36-46). Gesù sceglie questi tre apostoli perché possano diventare suoi testimoni.

Su questo monte, identificato dalla tradizione cristiana con il Tabor, Gesù «fu trasfiguratoil suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce». Gli evangelisti cercano di balbettare qualcosa su questo evento straordinario: Matteo parla, come abbiamo ascoltato, di «vesti candide come la luce», Marco, invece, dice che «le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche» (cf Mc 9, 3), Luca, da parte sua, scrive che «la sua veste divenne candida e sfolgorante» (cf Lc 9, 29). Questa azione poteva venire solo da Dio.

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Ed ecco, annota l’evangelista, «apparvero loro Mosè ed Elia», ossia la Legge e i Profeti, «che conversavano con lui». In Gesù, dunque, si riassume e si realizza tutta la parola di Dio contenuta nelle Scritture. Sul Sinai-Oreb Mosè aveva domandato a Dio di vedere il suo volto, ma aveva potuto scorgere solo «le sue spalle» (cf Es 33, 19-23); Elia era salito sullo stesso monte per vedere il Signore, ma lo aveva percepito solo nel «sussurro di una brezza leggera» (cf 1Re 19, 12). Ebbene sì, nessuno può vedere Dio se non nella morte: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (cf Gv 1, 18), e ora Mosè ed Elia contemplano finalmente in Gesù trasfigurato quel volto di Dio che tanto avevano desiderato vedere.

Per un momento i tre apostoli videro il paradiso e restarono incantati. Da ciò si comprende perfettamente l’esclamazione di Pietro il quale dice a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». La gioia vera, quindi, la può dare soltanto Dio e non i beni materiali!

Durante questo evento straordinario, mentre Pietro stava ancora parlando, «una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”». La nube luminosa indica la Presenza di Dio e il comando che viene dato sta ad indicare che ascoltare il Figlio, significa ascoltare Lui, perché il Figlio è Parola vivente di Dio! Ecco perché «Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo»: la Legge e i Profeti cedono il posto a Gesù dopo avergli reso testimonianza, ora parlano attraverso di lui.

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Terminata la visione, Gesù e i tre apostoli ritornano alla vita di sempre, che è la vita che viviamo anche noi: fatta di generosità e di egoismi, di perdono e di vendette, di verità e di menzogne, di umiltà e di ambizioni. Dobbiamo avere paura di questa vita? Assolutamente no! Non dimentichiamoci che Gesù ha vinto il mondo e ha vinto la cattiveria perdonando la cattiveria degli uomini. Questa è l’unica strada che dobbiamo seguire, se vogliamo salvarci: ascoltare e mettere in pratica gli insegnamenti che Gesù ci indica nella buona novella che ha annunciato.

Accogliamo il Signore Gesù nel nostro cuore, lasciamo a lui il timone della nostra vita e lasciamoci condurre da Lui che è «la via, la verità e la vita» (cf Gv 14, 6). Amen!

Fonte

Don Lucio D’Abbraccio

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