HomeVangelo della Domenicadon Lucio D'Abbraccio - Commento al Vangelo del 30 Marzo 2025

don Lucio Dโ€™Abbraccio โ€“ Commento al Vangelo del 30 Marzo 2025

Domenica 30 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 15,1-3.11-32

La parabola del figliol prodigo: un messaggio di speranza e misericordia!

Oggi celebriamo la quarta domenica di Quaresima, una domenica speciale che prende il nome di domenica Laetare. La parola latina ยซLaetareยป significa ยซRallegratiยป, e questo invito alla gioia risuona in modo particolare nel cuore del nostro cammino quaresimale. Come un viaggiatore che intravede la meta dopo un lungo percorso, anche noi oggi siamo invitati a sollevare lo sguardo e a pregustare la gioia piena della Pasqua ormai vicina.

Questo clima di gioia รจ sottolineato anche dal colore liturgico di oggi: il rosa. Questo colore, piรน tenue del viola penitenziale che abbiamo indossato finora, รจ come un raggio di sole che irrompe tra le nubi, un segno della speranza e della gioia che la risurrezione di Cristo porterร  nel mondo.

E in questa domenica il Vangelo che abbiamo ascoltato ci offre una delle parabole piรน belle e commoventi di tutta la Scrittura: la parabola del figliol prodigo, che potremmo meglio chiamare la parabola del Padre misericordioso. Questo racconto non parla solo di un giovane sperperatore, ma di ciascuno di noi, della nostra relazione con Dio e degli ostacoli che ci impediscono di accogliere il Suo amore.  

Ricordiamo la storia: un uomo aveva due figli. Il piรน giovane, desideroso di indipendenza e di godersi la vita, chiese al padre la sua parte di ereditร . Ottenutala, partรฌ per un paese lontano dove sperperรฒ tutto in una vita dissoluta. Quando si ritrovรฒ nella miseria piรน nera, fu costretto a pascolare i porci per sopravvivere. Pascolare i porci, per un ebreo, era simbolo della massima degradazione.  

Quante volte anche noi, con le nostre scelte, ci allontaniamo da Dio! Pensiamo di essere piรน liberi, ma finiamo in una condizione di solitudine e vuoto interiore. Il peccato รจ proprio questo: allontanarsi dalla casa del Padre, cercare la felicitร  altrove e ritrovarsi a mani vuote.

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Ma ecco il momento della svolta: proprio nel fondo dellโ€™abisso il giovane, rendendosi conto di non avere piรน niente, ยซritornรฒ in sรฉยป, riconosce il suo peccato e decide di tornare a casa: ยซMi alzerรฒ, andrรฒ da mio padre e gli dirรฒ: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariatiยป. Il figlio, dunque, non pretende nulla, vuole solo essere trattato come un servo.

Questo รจ il momento cruciale della parabola, il momento della conversione, del ritorno al padre. E cosa fece il padre quando vide il figlio tornare? Il Vangelo ci dice che ยซquando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettรฒ al collo e lo baciรฒยป. Non aspettรฒ spiegazioni, non lo rimproverรฒ, non lo punรฌ ma lo accolse con un amore incondizionato, con una gioia incontenibile.

Questa reazione del padre รจ il cuore della parabola ed รจ il motivo della nostra gioia in questa domenica Laetare. Essa ci rivela il volto misericordioso di Dio, un Padre che non si stanca mai di aspettare il nostro ritorno, che ci ama al di lร  dei nostri errori e delle nostre mancanze. La sua gioia per un solo peccatore che si pente รจ immensa, come ci ricorda Gesรน stesso.

Il padre, dunque, non solo lo riaccoglie, ma ordina ai servi di vestirlo con lโ€™abito piรน bello, di mettergli lโ€™anello al dito e i sandali ai piedi, e di preparare un banchetto per festeggiare il suo ritorno. Questa festa รจ simbolo della gioia del Cielo per ogni anima che si converte, per ogni figlio che ritrova la strada verso la casa del Padre. รˆ il sacramento della Riconciliazione che si fa vita: Dio non รจ un giudice arcigno, ma un Padre che trasforma il nostro pentimento in festa. Questa รจ la meraviglia della misericordia di Dio! Egli non aspetta che noi torniamo perfetti, ma corre incontro a chiunque si pente, pronto a ricostruire la relazione con amore infinito. Oggi questa parabola ci invita a credere nella misericordia divina: nessun peccato รจ troppo grande perchรฉ Dio non possa perdonarlo!

Ma cโ€™รจ un altro personaggio in questa parabola: il fratello maggiore. Egli non si era mai allontanato fisicamente, ma il suo cuore era lontano dal padre. Non comprende la gioia del perdono e prova risentimento per la misericordia ricevuta dal fratello. รˆ irritato dalla festa per il fratello: ยซIo non ho  mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festaยป.

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Il fratello maggiore rappresenta chi serve Dio per dovere, non per amore. Il suo cuore รจ chiuso nella rigiditร  della legge, nellโ€™orgoglio di chi si crede giusto. La sua reazione ci invita a riflettere sul nostro atteggiamento verso gli altri e sulla difficoltร  che a volte possiamo avere nellโ€™accettare la misericordia di Dio verso coloro che si sono allontanati. Quante volte giudichiamo chi ha sbagliato, dimenticando che anche noi abbiamo bisogno di perdono?  Quante volte giudichiamo gli altri, pensando di essere migliori? Oggi il Signore ci chiede di avere un cuore aperto, capace di gioire per il bene degli altri, senza invidie o chiusure.

Ma il padre, annota lโ€™evangelista, si rivolge anche a lui dicendogli: ยซFiglio, tu sei sempre con me e tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchรฉ questo tuo fratello era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovatoยป.

Ebbene, in questa Quaresima, la Chiesa ci ricorda che la vera gioia (laetitia) nasce non dalle nostre perfezioni, ma dallโ€™abbraccio del Padre. Il rosa dei paramenti รจ un invito a non lasciarci schiacciare dal peso delle nostre fragilitร , ma a fidarci della misericordia che ridona vita. Come il figlio minore, siamo chiamati a ยซrientrare in noiยป, a riconoscere i nostri deserti. Come il padre, siamo invitati a fare festa per chi ritorna, senza risentimenti.  

La parabola del figliol prodigo รจ un messaggio di speranza potente per tutti noi, specialmente in questo tempo di Quaresima. Essa ci ricorda che non importa quanto ci siamo allontanati da Dio, quanto abbiamo sbagliato, il suo amore e la sua misericordia sono sempre pronti ad accoglierci. La porta della sua casa รจ sempre aperta.

La domenica Laetare ci invita proprio a questo: a gioire per la certezza dellโ€™amore di Dio, un amore che ci perdona, ci rialza e ci restituisce la dignitร  di figli.

Questa domenica Laetare, illuminata dal colore rosa e dalla gioiosa parabola del figliol prodigo, ci ricorda che la Quaresima non รจ solo un tempo di penitenza, ma anche un cammino verso la gioia del perdono e della riconciliazione. Dio ci attende sempre, pronto ad abbracciarci e a far festa per noi. Non esistiamo per essere perfetti, ma per essere amati. Lasciamo che la tenerezza di Dio ci rivesta di speranza. Lasciamoci avvolgere dalla misericordia del Padre e, come il figliol prodigo, decidiamo di alzarci e di tornare alla casa del Padre, certi che lรฌ troveremo un abbraccio pieno di gioia e di perdono. Apriamo il nostro cuore alla misericordia e impariamo a gioire per ogni fratello che ritorna alla casa del Padre. Amen!

Per gentile concessione di don Lucio, dal suo blog.

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