Come possiamo dire di amare Dio se non amiamo il prossimo?
Al centro del Vangelo di questa domenica cโรจ il comandamento dellโamore: amore di Dio e amore del prossimo. Uno scriba, abbiamo ascoltato, chiede a Gesรน: ยซQual รจ il primo di tutti i comandamenti?ยป. Egli risponde citando quella professione di fede con cui ogni israelita apre e chiude la sua giornata e che comincia con le parole: ยซAscolta, Israele! Il Signore nostro Dio รจ lโunico Signoreยป (Prima lettura).
In questo modo Israele custodisce la sua fede nella realtร fondamentale di tutto il suo credo: esiste un solo Signore e quel Signore รจ ยซnostroยป nel senso che si รจ legato a noi con un patto indissolubile, ci ha amato, ci ama e ci amerร per sempre. ร da questa sorgente, questo amore di Dio, che deriva per noi il duplice comandamento: ยซAmerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza. [โฆ] Amerai il tuo prossimo come te stessoยป. I Santi, che abbiamo da poco celebrato tutti insieme in unโunica festa solenne, sono proprio coloro che, confidando nella grazia di Dio, cercano di vivere secondo questa legge fondamentale.
In effetti, il comandamento dellโamore lo puรฒ mettere in pratica pienamente chi vive in una relazione profonda con Dio, proprio come il bambino diventa capace di amare a partire da una buona relazione con la madre e il padre. San Giovanni dโAvila cosรฌ scrive allโinizio del suo Trattato dellโamore di Dio: ยซLa causa โ dice โ che maggiormente spinge il nostro cuore allโamore di Dio รจ considerare profondamente lโamore che Egli ha avuto per noiโฆ Questo, piรน dei benefici, spinge il cuore ad amare; perchรฉ colui che rende ad un altro un beneficio, gli dร qualcosa che possiede; ma colui che ama, dร se stesso con tutto ciรฒ che ha, senza che gli resti altro da dareยป (n. 1). Prima di essere un comando โ lโamore non รจ un comando โ รจ un dono, una realtร che Dio ci fa conoscere e sperimentare, cosรฌ che, come un seme, possa germogliare anche dentro di noi e svilupparsi nella nostra vita.
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Se lโamore di Dio ha messo radici profonde in una persona, questa รจ in grado di amare anche chi non lo merita, come appunto fa Dio verso di noi. Il padre e la madre non amano i figli solo quando lo meritano: li amano sempre, anche se naturalmente fanno loro capire quando sbagliano. Da Dio noi impariamo a volere sempre e solo il bene e mai il male. Impariamo a guardare lโaltro non solamente con i nostri occhi, ma con lo sguardo di Dio, che รจ lo sguardo di Gesรน Cristo.
Uno sguardo che parte dal cuore e non si ferma alla superficie, va al di lร delle apparenze e riesce a cogliere le attese profonde dellโaltro: attese di essere ascoltato, di unโattenzione gratuita; in una parola: di amore. Ma si verifica anche il percorso inverso: che aprendomi allโaltro cosรฌ comโรจ, andandogli incontro, rendendomi disponibile, io mi apro anche a conoscere Dio, a sentire che Egli cโรจ ed รจ buono.
Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili e stanno in rapporto reciproco. Gesรน non ha inventato nรฉ lโuno nรฉ lโaltro, ma ha rivelato che essi sono, in fondo, un unico comandamento, e lo ha fatto non solo con la parola, ma soprattutto con la sua testimonianza: la Persona stessa di Gesรน e tutto il suo mistero incarnano lโunitร dellโamore di Dio e del prossimo, come i due bracci della Croce, verticale e orizzontale. NellโEucaristia Egli ci dona questo duplice amore, donandoci Se stesso, perchรฉ, nutriti di questo Pane, ci amiamo gli uni gli altri come Lui ci ha amato.
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Lโevangelista Marco, inoltre, non si preoccupa di specificare ยซchi รจยป il prossimo, perchรฉ il prossimo รจ la persona che io incontro nelle mie giornate. Se noi, da veri cristiani, ci esercitiamo a vedere con lo sguardo di Gesรน, ci porremo sempre in ascolto e accanto a chi ha bisogno. I bisogni del prossimo richiedono certamente risposte efficaci, ma prima ancora domandano condivisione. Con unโimmagine possiamo dire che il prossimo รจ colui a cui basta un sorriso, una stretta di mano, essere ascoltato, a colui che ci chiede una preghiera, magari fatta insieme. Il Vangelo di oggi invita tutti noi ad essere proiettati non solo verso le urgenze dei fratelli piรน poveri, ma soprattutto ad essere attenti alla loro necessitร di vicinanza fraterna, di tenerezza. Questo interpella le nostre comunitร cristiane: si tratta di evitare il rischio di essere comunitร che vivono di molte iniziative ma di poche relazioni; il rischio di comunitร intese come ยซluoghi di servizio, luoghi di beneficenzaยป. Quante comunitร fanno lodevolmente tante iniziative benefiche ma, ahimรจ, poca attenzione alle relazioni verso il prossimo!
Ebbene, Dio, che รจ amore, ci ha creati per amore e perchรฉ possiamo amare gli altri restando uniti a Lui. Sarebbe illusorio pretendere di amare il prossimo senza amare Dio; e sarebbe altrettanto illusorio pretendere di amare Dio senza amare il prossimo. Le due dimensioni dellโamore, per Dio e per il prossimo, nella loro unitร caratterizzano il discepolo di Cristo.
Per intercessione della Vergine Maria, preghiamo affinchรฉ ogni cristiano sappia mostrare la sua fede nellโunico vero Dio con una limpida testimonianza di amore verso il prossimo. Amen!
Don Lucio D’Abbraccio
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